Foggia

L’eliminazione dei cassonetti: così gli esercenti etnici invadono i cassonetti del quartiere Ferrovia

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L’eliminazione dei cassonetti: così gli esercenti etnici invadono i cassonetti del quartiere Ferrovia


Una scena simbolica, che vale più di cento denunce: un commerciante di un negozio etnico del quartiere Ferrovia, con un carrellino improvvisato, trascina sacchi d’immondizia dal suo negozio fino ai cassonetti tra via Montegrappa e via Trento. Non un gesto isolato, ma il risultato logico e inevitabile di una scelta amministrativa sbagliata: da quando sono stati rimossi, all’improvviso e senza alternative, due cassonetti in via Trieste – nel cuore di un’area dove insistono oltre settanta attività commerciali etniche – i rifiuti si sono riversati altrove, soffocando le strade vicine.

Il meccanismo è semplice e crudele: togli i punti di raccolta, l’immondizia non sparisce, ma si sposta. Così i cassonetti di altre vie vengono presi d’assalto, si riempiono fino all’orlo e si trasformano in discariche a cielo aperto, con sacchetti abbandonati ovunque, cattivi odori e rischi igienico-sanitari per i residenti.

Le segnalazioni si moltiplicano. “Ore 12.26 del 27 settembre 2025. Non se ne può più di questo schifo”, scrive una residente di via Monfalcone, fotografando i marciapiedi ridotti a un immondezzaio. “Siamo ridotti a un cesso pubblico”, aggiunge con amarezza.

La responsabilità non è solo dell’inciviltà, diffusa sia tra foggiani che tra esercenti etnici, che spesso trattano i marciapiedi come discariche personali. La responsabilità è anche di un sistema che non pianifica e non controlla.

In altre città italiane, i vigili urbani in borghese si appostano e multano chi conferisce in modo scorretto oppure controllano i nominativi dei destinatari sugli scatoloni dei rifiuti. È la via più semplice per colpire i comportamenti incivili: toccare il portafogli. A Foggia, invece, ci si limita a rimuovere cassonetti e a lasciare che il caos si moltiplichi. Le fototrappole, più volte annunciate come strumento di contrasto all’abbandono dei rifiuti, non sono mai state installate nel quartiere Ferrovia, dove c’è più bisogno a Foggia.

Intanto la TARI aumenta e i cittadini onesti pagano per vivere tra i sacchetti. Una beffa che pesa come un macigno.

Il quartiere Ferrovia non può continuare a essere trattato come una discarica a cielo aperto. Servono scelte logiche, controlli serrati e strumenti di contrasto efficaci. Perché di questo passo non resteranno più né decoro né dignità, né per i residenti né per l’intera città.

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