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Le Scarielle: la preparazione dei dolci della Settimana Santa antica e moderna

Le Scarielle: la preparazione dei dolci della Settimana Santa antica e moderna

Manfredonia – RICORDO l’usanza nei pomeriggi, della Settimana Santa, quando si preparavano i dolci Pasquali – con amore , passione e commozione.

Quanta farina sope u Tavulire – parola derivante dal nostro Tavoliere delle Puglie , perché spianato a pianura.

Si impastava tanta farina, con uova e zucchero, che inebriava la casa di tanti odori. I dolci tipici erano: taralli con le uova con tagli circolari, taralli con la glassa bianca, taralli con il vino, i scavtatille, i famosi taralli pu lov, dalla forma circolare con un taglio intorno.

Ma il vero simbolo era il dolce della tradizione che riportava l’antica storia – di una lontana generazione: la famosa Scariella, grande tarallo; spalmato di glassa leggera e pallini argentati e zuccherosi,il cosiddetto ‘u geleppe’ di bianco poi piccoli confetti  colorati.

Ricordo che, per fare cuocere i dolci, ci toccava andare al forno della” Stazione Campagna” – al forno Pane e Pizza del proprietario Michele Castriotta. Io insieme ai miei fratelli facevamo tragitti dal Villaggio Sant’Andrea – al forno ,con delle tegole sotto il braccio – e le speciali tradizionali i grosse ramore…che il signor Michele ci

prestava, con la sua generosità – ” i stagnole che piaciore e gioie cie dove”.Eravamo sereni e mi sentivo protetto, con i miei fratelli, grazie a quel caloroso affetto. Dopo tutto quell’andirivieni ; dal forno del sig.Castriotta.  A casa ero commosso ed emozionato… per la festa in arrivo… ovviamente pensando alla domenica di Pasqua e Pasquetta – come il più grande simbolo della liberazione del cuore e dell’anima. Questo stava a dimostrare l’unione della Santa ricorrenza, tenera speranza per risalire la vita eterna.

 di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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