Economia

“Le cinque malattie della città”

La politica degli ultimi decenni e l’apatia e l’indifferenza della società civile hanno determinato
contemporaneamente cinque “malattie” che se non ben curate potrebbero portare la città di
Manfredonia verso un declino non più recuperabile.


La prima malattia è la disoccupazione dilagante che ha colpito soprattutto i giovani e le
donne. Il tasso di occupazione specifico della città di Manfredonia è pari al 39,60% a fronte
del 49,4% del dato regionale, del 59,1% del dato nazionale e del 73,1% della media
europea. Il significato di questa dato è che oltre il 60% della popolazione manfredoniana tra
i 15 e i 65 anni non lavora e, solo quattro individui su dieci hanno un lavoro.


La seconda malattia è il livello di povertà assoluta in cui vivono molte famiglie. Il 33% delle
famiglie manfredoniane per un numero complessivo di individui pari a 19.000 vive con un
reddito al di sotto di mille euro mensili.


La terza malattia è la insopportabile disuguaglianza di ricchezza e di opportunità: il 5%
delle famiglie possiede il 70% della ricchezza totale, mentre il 62% detiene il 29,9% e il 33%
possiede solo lo 0,09%.


La quarta malattia è la rendita improduttiva. Nel 1975 fatto 100 il reddito complessivo della
città il 64% era costituito da reddito da lavoro e solo il 36% costituiva rendita improduttiva.
Oggi solo il 48% del reddito prodotto proviene dal lavoro mentre il 52% è rendita
improduttiva.


La quinta malattia è la presenza di criminalità e corruzione che hanno fortemente
condizionato lo sviluppo economico e sociale della città. Si stima che senza la distorsione di
questi due fenomeni avremo un PIL – pro capite più alto del 33%.


Se queste cinque malattie non troveranno una soluzione possibile il rischio di raggiungere
un punto di non ritorno è più che certo.


La terapia a queste malattie è ritrovare il giusto equilibrio tra i tre pilastri della società
costituiti dalla governance pubblica, dalle imprese e dalla comunità. Rendere funzionale ed
efficace l’azione pubblica, costituire un modello di sviluppo economico sostenibile ed inclusivo
fondato sulle risorse e riserve della città e ricostruire una comunità inclusiva e partecipativa,
queste sono le vie da perseguire per evitare la catastrofe.
Come fare è la grande sfida che coinvolge tutti, politica, istituzioni, imprese e società civile.


La prima cosa da fare è trovare una leadership competente, coraggiosa e responsabile che
possa guidare la città nei prossimi anni. E’, questa la ricetta primaria per affrontare il
cambiamento, ora più che mai di fronte alle tante criticità della città. Quali sono le
caratteristiche che deve avere un leader di successo? Empatia e capacità di unire e
coinvolgere le risorse migliori della città. Il buon leader capisce che il cambiamento parte in
primis da sè stesso, mette il bene della comunità sopra tutto il resto ed è in grado di sviluppare
partnership anche tra generazioni diverse.


Il prossimo primo cittadino e tutta la sua compagine di governo devono essere persone che
abbiano una visione di lungo termine unita a forti caratteristiche etiche e morali. I punti di
riferimento devono essere il lavoro, i giovani e le loro esigenze, le donne e la loro
partecipazione attiva al bene comune, la povertà assoluta e l’esclusione sociale di tante
famiglie.


Prima di decidere su questioni importanti che riguardano il futuro della città sarà necessario
promuovere un dibattito pubblico e ascoltare voci diverse. Bisogna necessariamente ritornare
su un sentiero di democrazia partecipativa per non commettere errori del passato, coniugando
sviluppo sostenibile, salute e salvaguardia dell’ambiente.
Le criticità della città necessitano di un’ampia convergenza di forze politiche, una sorta di
governo di solidarietà che abbia un unico obiettivo: ridare dignità a questa città. Solo così la
politica avrà ancora credibilità.


Le cose da fare in questa città sono ben individuate sia sul piano della gestione pubblica, che
dello sviluppo economico e sociale, ora è necessario ricercare le donne e gli uomini che diano
concretezza alle azioni da mettere in campo per raggiungere obiettivi di sviluppo sociale ed
economico sostenibili nel lungo termine. E’, questo un dovere che tutti dobbiamo compiere.


Dott. Nicola di Bari

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Redazione

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