Laura Chiatti, la confessione: «Porto da sempre un peso invisibile»
Laura Chiatti ha rivelato una diagnosi arrivata solo due anni fa. Un racconto intimo, profondo e, per la prima volta, privo di filtri.

Laura Chiatti ha scelto di parlare apertamente di un tema che l’ha accompagnata per tutta la vita, un peso che fino a poco tempo fa non aveva un nome preciso. Oggi, a 43 anni, l’attrice racconta che dietro la sua carriera, i ruoli di successo e l’immagine pubblica sempre controllata, si nascondeva una fatica costante. Un disagio che sentiva fin da bambina, quando avvertiva di funzionare in modo diverso rispetto ai coetanei, ma senza una spiegazione che potesse orientarla. Questa confessione segna un punto di svolta nel suo percorso personale e professionale, perché permette di leggere la sua storia con una prospettiva nuova e più completa. Non è un racconto drammatico, né un tentativo di suscitare compassione: è una presa di coscienza lucida e matura, che mostra la volontà di fare chiarezza anche per chi vive esperienze simili. «Ho sempre saputo fin da piccola di avere qualcosa che funzionava in modo diverso, ma la conferma è arrivata solo due anni fa e ancora oggi sto cercando di farci pace», spiega, sintetizzando un cammino interiore lungo e spesso solitario.
Laura Chiatti: il disturbo di cui soffre
Nel corso di alcune dichiarazioni rilasciate al settimanale Grand Hotel, Laura Chiatti descrive precisamente il percorso che l’ha condotta alla diagnosi. L’attrice racconta di aver ricevuto due anni fa una diagnosi che ha cambiato per sempre la sua vita: Laura soffre, infatti, di ADHD, dislessia e disgrafia. È un racconto diretto, che non lascia spazio ad ambiguità e che lei stessa sintetizza così: «Convivo con la ADHD, la dislessia e la disgrafia. Non condivido tutto questo per cercare comprensione, ma per chi, come me, ogni giorno si sente “fuori ritmo”».
La difficoltà per Laura Chiatti si è manifestata nella disorganizzazione, nei pensieri che correvano troppo veloci, nella fatica di concentrarsi e portare a termine compiti quotidiani. Un insieme di segnali che lei attribuiva al carattere, senza immaginare che potessero avere una radice neurologica. La diagnosi, quindi, non è stata un punto d’arrivo ma una chiave per rileggere il passato. L’attrice lo spiega chiaramente: per anni ha percepito la tendenza a distrarsi, l’impulsività e la scrittura disordinata come semplici limiti personali. Oggi, invece, sa che facevano parte di un quadro molto più complesso. «È stancante. E, con il tempo, lo diventa ancora di più», confida.
Grand Hotel entra anche nella dimensione privata, citando il rapporto con il marito Marco Bocci e con i figli Enea e Pablo. Di recente si è parlato di una crisi di coppia. «Cerchiamo sempre di aggiustare tutto, non di buttare», dice l’attrice, spiegando che la fatica mentale ha inciso anche sulla vita familiare, soprattutto nei momenti di maggiore stress emotivo. Allo stesso tempo, però, sottolinea come la diagnosi l’abbia aiutata a capire meglio sé stessa e a prendere decisioni più consapevoli, sia a livello personale sia professionale.
C’è poi un episodio risalente al 2018, che ha rappresentato un campanello d’allarme importante e che ha portato l’attrice a intraprendere un percorso di indagine più approfondito. Stiamo parlando della malattia di Marco Bocci, l’enecefalite erpetica, patologia che ha colpito l’attore proprio quell’anno. Si tratta di una malattia molto rara che colpisce al cervello; a causa dell’encefalite erpetica, Marco ha perso parzialmente la memoria. Laura racconta che da quel momento ha iniziato a costruire una visione più chiara della propria mente e delle proprie difficoltà. Oggi, pur convivendo con questo “peso invisibile”, Laura Chiatti appare più consapevole e determinata, pronta a raccontare la sua esperienza senza filtri e senza retorica.
