La rara incisione votiva dei cerchi intersecanti: un simbolo della geometria sacra
LA RARA INCISIONE VOTIVA DEI CERCHI INTERSECANTI: UN SIMBOLO DELLA GEOMETRIA SACRA.
Torniamo a parlare di simboli e di incisioni votive. Già in altre occasioni abbiamo esaminato incisioni particolari e rare, in questo grande “libro di pietra” che è il Gargano. Le impronte delle mani e dei piedi, simboli come la Triplice Cinta e il Nodo di Salomone.
In questo post prenderemo in considerazione l’incisione dei cerchi intersecanti, un simbolo richiamante la geometria sacra ed elemento assai raro, presente nel Gargano in alcuni luoghi soltanto.
Prima di elencare il luoghi dove questo simbolo è presente, soffermiamoci su quali significati esso possa rappresentare. Non è un compito facile e vedremo il perché.
Innanzitutto, stiamo parlando di ‘cerchi’. Il segno della circonferenza rappresenta la centralità per eccellenza e, per la sua perfezione geometrica, è anche il simbolo del mondo celeste. “È conferenza e centro, è dappertutto e in nessun luogo”. Così si esprimeva Niccolò Cusano, in assonanza con il pensiero di Ermete Trismegisto. È uno dei cinque simboli sostanziali delle incisioni votive, insieme al quadrato, al triangolo, alla croce e alla spirale.
Tali cerchi presentano sovente una coppella centrale, ossia un piccolo incavo, simbolo del ‘Umbilicus Mundi’, l’ombelico del mondo, punto di riferimento del sacro. Il cerchio con un punto centrale raffigura altresì un ciclo completo e la perfezione ciclica, ma anche il sole e l’oro. Il cerchio è il simbolo perfetto della totalità e la sua forma esprime pienezza e armonia. Nel suo centro coesistono tutti i raggi e la sua circonferenza ricorda la ruota, con l’idea del movimento e della compiutezza: è l’assoluto e, allo stesso tempo, la creazione divina.
Infatti, il simbolo del cerchio si riscontra intersecato con altri cerchi, a formare ulteriori figure complesse di geometria sacra, come il ‘Fiore della Vita’ che racchiude in sé la perfezione, la creazione e il suo completamento.
L’intersezione semplice di due cerchi genera la cosiddetta ‘vesica piscis’, simbolo del primo giorno della creazione divina, l’energia primigenia dalla quale tutto è stato creato. Da questa deriva il simbolo cristiano stilizzato del pesce.
Inoltre, secondo Rudolf Steiner, i cerchi intrecciati simboleggiano l’incontro tra la psiche e lo spirituale sovrannaturale, che lega l’elemento cosmico a quello
terrestre. Questa matrice architettonica mette in rapporto armonico il mondo dei sensi con quello dello spirito.
Per Anna Giacomini, studiosa di simbologia sacra, nel suo “Il libro dei segni sulle pietre”, il cerchio indica il centro iniziatico e il foro centrale serve a ribadire con precisione che si tratta di un ‘omphalos’, ossia quel luogo dove le energie spirituali scaturiscono e si trovano concentrate nella massima intensità.
Per noi oggi è abbastanza facile accettare questo concetto quando lo riferiamo a un gruppo che pratica una dottrina iniziatica. Il cerchio costituisce perciò l’espressione geometrica di una compagine umana in cui l’armonia e la tensione spirituale si irradiano da una illuminazione centrale a formare una sorta di ‘monade’ conclusa nella sua compiutezza. Tali potrebbero essere un ordine monastico o un circolo iniziatico. Non dimentichiamo che la Tavola Rotonda istituita da Merlino è un centro iniziatico che richiama il concetto di mozzo di una grande ruota a capo della quale sta re Artù, su cui si incentra il potere temporale e quello iniziatico. Ma nel Medioevo, il cerchio probabilmente non voleva dire solo questo.
Realizzare queste incisioni richiedeva perizia, tempo, pazienza e l’utilizzo di un compasso. Chi eseguiva tali disegni nella pietra delle pareti sacre sapeva perfettamente quali significati trasmettere e tramandare ai posteri, oltre a voler lasciare segno del proprio passaggio.
Se un cerchio aveva i significati sopra elencati, evidentemente l’intersezione di più cerchi rappresentava una sorta di ‘rete sacrale’, dove più luoghi santi interagivano con la loro energia per garantire protezione e trasmettere spiritualità ai devoti pellegrini.
Di sicuro, chi realizzava tali segni conosceva l’occulto significato della geometria sacra e i luoghi scelti non erano certo casuali.
Elenchiamoli, in ordine come da galleria fotografica.
– Grotta-Santuario di San Michele Arcangelo: nel Museo Lapidario, su un frammento lapideo, insieme al simbolo della Triplice Cinta;
– Chiesa di Santa Maria di Pulsano: cerchi intersecanti a formare un monte (il Gargano?) con una croce e anche un Fiore della Vita;
– Santa Maria Maggiore, Monte Sant’Angelo: l’intersezione dei cerchi forma una croce con al centro il Fiore della Vita;
– Monte Sacro, Mattinata: sullo stipite destro dell’entrata di un edificio poco distante dai ruderi dell’abbazia della SS. Trinità vi è un piccolo Fiore della Vita;
– Santa Maria di Devia, San Nicandro Garganico: l’incisione è presente su di una colonna, con numerosi cerchi intersecanti e coppelle centrali;
– Eremo di San Michele, San Nicandro Garganico: alcuni cerchi, ben marcati, con la presenza di coppella centrale;
– Chiesa di Sant’Anna, Carpino: cerchi intersecanti, tra le varie incisioni votive;
– San Leonardo di Siponto: sui muri dell’antico perimetro, diversi cerchi intersecanti, a formare Fiori della Vita;
– Santa Maria Maggiore, Siponto: cerchi concentrici a formare un Fiore della Vita.
Foto di Giovanni BARRELLA