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La LUISS non riconferma l’Osservatorio sulla sicurezza internazionale di Alessandro Orsini

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Oramai è bufera sul professor Alessandro Orsini, il discusso accademico che, quasi ogni giorno, esprime le sue divisive posizioni sull’attacco della Russia all’Ucraina. Dopo giorni di polemiche sulle sue ospitate in Rai, che avrebbero irritato molto il governo Draghi e la dirigenza del servizio pubblico, Orsini deve accettare una prima sconfitta. La sua università, la Luiss di Roma, ha chiuso il suo sito dedicato all’Osservatorio sulla sicurezza internazionale.  L’ateneo in una nota, chiamato in causa in queste settimane per le posizioni del professore, ha comunicato che il sito di Orsini è stato chiuso: da oggi, infatti, non è più attivo. Pur mantenendo la sua cattedra nell’università che porta il nome di Guido Carli, l’ateneo ha comunicato che il progetto curato da Orsini è stato chiuso per un mancato rinnovo della collaborazione da parte di ENI che sosteneva economicamente il progetto. 

“L’accordo di collaborazione con ENI per la realizzazione dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale, affidato dall’ateneo al professor Alessandro Orsini, è giunto a scadenza da due mesi e non sarà rinnovato”, scrive in una nota l’ateneo diretto dal manfredoniano Andrea Prencipe. 

La notizia arriva all’indomani della discutissima partecipazione del professore di sociologia del terrorismo internazionale al programma Accordi&Disaccordi. Ieri, in diretta sul Canale 9, Orsini – oltre a parlare della guerra fra la Russia e l’Ucraina – ha ricostruito da par suo le cause della Seconda guerra mondiale. Per Orsini: “Hitler ha invaso la Polonia senza l’intenzione di far scattare il conflitto”. Effetto che, secondo Orsini, il leader nazista “non si aspettava”. 

“A differenza di quello che moltissimi pensano – ha dichiarato Orsini – la Seconda guerra mondiale non è scoppiata perché Hitler a un certo punto, deliberatamente, ha deciso di attaccare Inghilterra, Francia, Polonia e Russia. Hitler non aveva intenzione di far scoppiare la guerra. Quello che è successo è che i Paesi europei hanno creato delle alleanze militari, ognuna delle quali conteneva un articolo 5 della Nato, cioè un articolo che prevedeva nel caso di attacco di un Paese straniero che tutti i membri della coalizione sarebbero entrati in guerra”: la tesi (alternativa) di Orsini. 

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