Cronaca Capitanata

La confessione di Malaj: “Ecco come ho ucciso Massimo e mia figlia”

Domenico La Marca
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Matteo Gentile

“Ammetto di aver ucciso Massimo De Santis e Jessica Malaj e di aver provato ad uccidere mia moglie Tefta”. E’ la confessione al sostituto procuratore di Taulant Malaj, il panettiere di 45 anni che nella notte tra i 6 e il 7 maggio ha ucciso a coltellate la figlia Jessica di 17, ha ferito la moglie Tefta e ha ucciso l’uomo che lui riteneva essere l’amante della moglie, il pasticcere di 51 anni Massimo De Santis. 

Una confessione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Foggia Roberta di Maria che ha convalidato il fermo per il panettiere e la custodia cautelare in carcere. “Questa – racconta Taulat – una storia che va avanti da un anno con mia moglie.

“MIA MOGLIE E MASSIMO SI SONO CONOSCIUTI L’ANNO SCORSO”

Mia moglie l’anno scorso ha avuto un incidente stradale con Massimo e da lì si sono conosciuti. Hanno iniziato a parlare. Un giorno lei è stata male e lui me l’ha portata al forno dicendo di avermi portato mia moglie. In quel caso feci finta di nulla. Un altro giorno con la sua auto, una Maserati, Massimo portò in giro mia moglie. Poi hanno iniziato a mangiare insieme. Ho registrato tutto con il mio telefonino.

MALAJ: “UN GIORNO HANNO CHIAMATO MASSIMO E NON ME”

Spesso la chiamavo e lei non mi rispondeva. Un giorno mia moglie e Jessica sono andati a Termoli e la loro auto si è fermata in quanto si è scaricata la batteria, ma loro hanno chiamato Massimo e non me”.

Della presunta relazione extraconiugale della moglie il marito ne era convinto poiché avrebbe registrato anche alcuni incontri.  

IL RACCONTO DEGLI ULTIMI GIORNI DI MALAJ

“Io – prosegue il panettiere – ho visto tutto dalle telecamere che ho in casa, hanno preso un caffè insieme al bar. Venerdì pomeriggio  ho chiesto conto e ragione ma lei ha sorvolato e ho minacciato di andarmene di casa e infatti me ne sono uscito e sono andato via.

Poi al forno si sono accorti che stavo male e ho detto loro il contrario e cioè che mia moglie mi aveva visto con un’altra donna mentre era esattamente il contrario.

Poi lei mi ha invitato a tornare a casa ma io le ho detto che finché fosse stata con Massimo io non sarei tornato.

Sabato mattina però tornavo a casa visto le sue insistenze e le sue scuse.

Lei poi è uscita con una vecchia signora; le ha portato la spesa e dopo aver finito con lei mi ha detto di essere andata in giro non so dove. Sono uscito e intorno alle 12 ho visto lei e Massimo in auto insieme.

Sabato pomeriggio ho preso un caffè con amici quando ho chiamato mia moglie e ho saputo che stava ad una festa con Leonardo (ossia il figlio di 5 anni).

Ho pensato che però fosse con Massimo. Comunque alla sera siamo andati a dormire insieme dopo aver cenato”. 

LE FASI DEL DELITTO

Qui Taulant racconta le fasi del delitto.

“Ad un certo punto – dice – mi sono alzato e ho visto mia moglie chattare con Massimo; mi sono alzato, sono uscito fuori sulle scale perché sapevo che stava per arrivare Massimo e infatti lui si è fermato al mio piano con l’ascensore.

Gli ho chiesto cosa facesse al mio piano e lui diceva di aver sbagliato casa, si è anche arrabbiato ma io gli ho ribadito che non doveva avere a che fare con mia moglie.

Lui mi ha spinto e da lì è partito il casino. Lui è scappato e io sono rientrato in casa a prendere un coltello. Mi è preso un diavolo in testa, l’ho rincorso per le scale e ora non ricordo bene quando l’ho colpito e per questo lo avete trovato nell’androne condominiale.

Come ho finito con lui sono tornato su a casa e sono andato in camera da letto dove c’era mia moglie; l’ho colpita e nel mentre è entrata Jessica, la quale voleva proteggere la mamma. Allora io ho colpito anche Jessica e l’ho uccisa.

Manco mi ero reso conto che fosse lei. Jessica purtroppo si è trovata nel momento sbagliato. Dal letto loro due sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle.

Dopo mezz’ora sono uscito di casa, precisamente nell’androne condominiale, e mi sono reso conto di cosa avevo fatto. Immediatamente dopo tornavo a fare il video che avete acquisito”.

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Luca Pernice

Giornalista e direttore responsabile dell'emittente foggiana Teleblu, si occupa di cronaca nera, giudiziaria. Autore e conduttore di alcune trasmissione a carattere storico, scrive anche per il Corriere del mezzogiorno e per AGI

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