Salute e Benessere

Il ricercatore di Casa Sollievo Mattia Colucci vince una borsa di studio di Fondazione Pezcoller – SIC per il biennio 2025/2026

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Presentato dinanzi premio Nobel per la medicina William G. Kaelin, il progetto oncologico di Colucci mirerà a identificare nuove popolazioni cellulari coinvolte nella formazione e nella persistenza delle leucemie 


Tra i vincitori di borse di studio e di ricerca che Fondazione Pezcoller in collaborazione con la Società Italiana di Cancerologia (SIC) ha destinato a giovani ricercatori italiani per il biennio 2025-2026, c’è Mattia Colucci, ricercatore pugliese che dal novembre 2020 lavora nell’equipe diretta da Vincenzo Giambra presso il Laboratorio dell’Unità di Ematopatologia attivo in ISBReMIT, l’istituto di ricerca scientifica dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza.

Le borse Pezcoller-SIC permetteranno ai sette vincitori di completare il complesso lavoro sperimentale del proprio progetto di ricerca e ambire a una pubblicazione scientifica su riviste internazionali di alto impatto.

(da destra) Vincenzo Giambra, responsabile del Laboratorio di Ematopatologica di ISBReMIT e Mattia Colucci al Simposio Pezcoller 2025

Premiato a Trento nel corso del Simposio Pezcoller 2025, il progetto di Mattia Colucci[1] si orienta nell’area oncologica e nello specifico «con questo studio – spiega il ricercatore –, utilizzando tecnologie innovative, insieme a nuovi approcci di biologia cellulare e molecolare, miriamo a identificare e definire nuove popolazioni cellulari coinvolte nella formazione e nella persistenza della Leucemia Linfoblastica Acuta a Cellule T (LLA-T), neoplasia ematologica aggressiva che colpisce principalmente bambini e giovani adulti».

«L’intento ultimo – continua Colucci – è quello di comprendere come la cellula leucemica mantenga le sue caratteristiche maligne e la sua resistenza agli approcci chemioterapici convenzionali, definendo nuove caratteristiche molecolari e genetiche per migliorare la comprensione delle condizioni patologiche già conosciute».

Il progetto si svolgerà nei Laboratori dell’Unità di Ematopatologia dell’ISBReMIT in collaborazione con importanti istituti scientifici internazionali come il BC Cancer Research Institute in Canada, l’European Molecular Biology Laboratory (EMBL) in Germania e l’Università del Lussemburgo.

I significativi progressi sperimentali hanno già valso al progetto di Colucci il premio Maria Begnudelli come uno dei migliori progetti di ricerca presentati nel corso del Simposio Pezcoller 2025. «In questa occasione – conclude il giovane ricercatore – mi è stata offerta la possibilità di presentare il lavoro alla comunità scientifica internazionale, ottenendo preziosi feedback e un cruciale supporto da scienziati di tutto il mondo, come quello di William G. Kaelin, premio Nobel alla medicina 2019».

Tra gli altri riconoscimenti anche quello di European Association for Cancer Research (EACR), American Association for Cancer Research (AACR) e Mark Foundation for Cancer Research, che hanno assegnato a Mattia Colucci una borsa viaggio per sostenere la sua partecipazione a questo importante Simposio internazionale.

[1] The functional role of EZH2 inactivation in the pathogenesis of HOXA-overexpressing T- cell acute lymphoblastic leukemia

Mattia Colucci

Giovane ricercatore di origini salentine, Mattia Colucci ha conseguito la formazione accademica con una Laurea in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università di Bologna. A partire dal 2020, in qualità di dottorando della Scuola di Biologia e Medicina Molecolare (BEMM) dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha svolto attività di ricerca presso il Laboratorio di Ematopatologia diretto da Vincenzo Giambra e un periodo di ricerca in Canada presso il laboratorio del BC Cancer Research Institute diretto da Andrew P. Weng.

«La ricerca scientifica, per me, trascende la mera professione – dichiara –. È una vocazione profonda, una spinta incessante a comprendere i meccanismi più intimi delle malattie per offrire risposte concrete e speranza ai pazienti. La motivazione risiede nella ferma convinzione che ogni scoperta, anche la più piccola, possa contribuire a migliorare la qualità della vita e, in ultima analisi, a salvare vite. In questo percorso, la Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza si è rivelata un ambiente ideale. Qui, sotto la guida del dottor Giambra ho trovato un contesto stimolante e all’avanguardia, dove la ricerca traslazionale è al centro dell’attenzione. La possibilità di collaborare con scienziati di fama internazionale, unita alla disponibilità di strumentazioni e risorse di eccellenza, crea un ecosistema fertile per lo sviluppo di progetti ambiziosi».

I ricercatori del Laboratorio di Ematopatologia attivo in ISBReMIT con Ornella Parolini (al centro), direttore scientifico dell’IRCCS Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]