Il consigliere Prencipe contro la trasmissione ‘Fuori dal Coro’: “Sbatti l’abusivo in prima serata”
Nelle scorse settimane la vicenda degli alloggi popolari abusivamente occupati a Manfredonia è finita sotto i riflettori di una rete televisiva nazionale che vi ha fatto due puntate di seguito, con il titolo i “Palazzi della vergogna”. A moltiplicarne gli effetti mediatici ci hanno poi pensato non solo i social ed i quotidiani on line locali, che hanno diffuso in rete gli spezzoni della trasmissione, ma lo stesso Sindaco, che ne ha promosso la visione anticipando di aver rilasciato un’intervista alla giornalista inviata sul posto.
Se si pensava di trarne un rilancio di immagine, a mio avviso, l’effetto è stato controproducente, sia per il Sindaco, commentato in malo modo dall’istrionico conduttore (con smorfie e gesti denigratori), e sia per la stessa città, portata alla ribalta nazionale ancora una volta per vicende negative. Ma questo è il meno.
Purtroppo, ci si sta abituando all’idea che a far giustizia su certe forme di illegalità debbano essere trasmissioni come queste, il cui modello è “Striscia la notizia”, ormai invocata a furor di popolo in ogni occasione al posto della dea alata, armata di lampada e di spada, che un tempo in Francia ornava le aule dei tribunali.
Ciò che mi ha più amareggiato è proprio l’effetto di gogna mediatica riservata ad alcuni occupanti abusivi, inseguiti, braccati e trattati dalla telecamera a fari accesi come dei delinquenti incalliti, ed esposti alla pubblica vergogna come se ormai sia questa l’unica arma a disposizione del nostro ordinamento per rendere giustizia a chi, legittimamente collocato in graduatoria, attende da anni di entrare in possesso di un alloggio popolare.
Non pareva vero, poi, ai fini dell’audience, poter avere tra gli abusivi la figlia di un ex assessore comunale: il boccone è diventato ancora più ghiotto e la sproporzione tra il fatto e la sua risonanza mediatica nazionale ancora più inaccettabile.
Delegare alla massa, che deride ed infligge vergogna al colpevole, le punizioni basate su questo tipo di sentimento, senza le garanzie, l’equilibrio e l’imparzialità della legge, alla lunga ha effetti devastanti. E questo credo che lo abbia capito anche un movimento politico che sull’odio e sul rancore di massa ha creato inizialmente la propria fortuna.
La prima vittima di questa barbarie è la dignità umana, che, occorre purtroppo ricordarlo, appartiene a tutti gli esseri umani, anche ai colpevoli dei peggiori reati. Non sono ammesse eccezioni. E’ un limite invalicabile, sempre e in ogni circostanza, all’azione del potere pubblico e, a maggior ragione, dovrebbe esserlo anche per gli organi di informazione e per i social.
Eppure in Italia il fenomeno dell’occupazione abusiva degli alloggi popolari si trascina da decenni ed è cresciuto fino ad assumere dimensioni inaccettabili per un paese civile. E questo in parte perché di case popolari ne sono state costruite davvero poche rispetto al fabbisogno ma soprattutto per la cronica mancanza di coordinamento e di efficacia nell’esercizio dei compiti e delle responsabilità in capo alle autorità ed agli enti territoriali preposti (Regioni e Comuni).
Solo a partire dal 2017 il legislatore nazionale ha affrontato il tema con maggiore determinazione, delegando i Prefetti a svolgere un ruolo di impulso e di coordinamento per garantire , da una parte, il ripristino della legalità, e, dall’altra, la necessaria tutela delle situazioni di fragilità sociale presenti nelle varie realtà (soprattutto in caso di presenza di minori e di ammalati). Da qui la necessità di provvedere prima ad un censimento delle occupazioni arbitrarie, alla verifica delle situazioni di fragilità e di effettivo bisogno di soluzioni alternative, con un coinvolgimento essenziale dei servizi sociali comunali, e infine alla programmazione degli interventi di sgombero, anche con l’ausilio della Forza pubblica.
E’ un lavoro che, sia pure con eccessiva lentezza, sta iniziando a dare i primi frutti. Ne è un esempio il caso di Foggia, dove sia nel mese di luglio che nello scorso mese di ottobre sono stati sgomberati diversi alloggi popolari, dando priorità a quelli in mano a esponenti della criminalità organizzata.
A Manfredonia la fase esecutiva non è ancora partita, perché pare siano ancora in corso le necessarie verifiche preliminari (si parla di una cinquantina di occupazioni abusive, ma non vi sono ancora dati ufficiali). I due o tre immobili rilasciati quest’anno, per cui l’Amministrazione e l’ARCA Puglia hanno suonato la grancassa, con un profluvio di foto ricordo, sono piuttosto frutto di circostanze fortuite più che l’inizio della fase attuativa, della quale in concreto non si sa ancora nulla.
Si spera che la lunga attesa da parte degli aventi diritto all’alloggio venga soddisfatta quanto prima dalle istituzioni preposte con la mano ferma e tranquilla della legge, assicurando il rispetto della dignità di tutte le persone coinvolte, occupanti abusivi e aventi titolo, e senza bisogno di inscenare nuove gogne mediatiche e set fotografici per ogni passaggio di consegne.
Gaetano Prencipe*
*dal “Diario minimo di un consigliere comunale”