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Ignoti vandalizzano gli Ipogei di Siponto

Quattro bottiglie di vodka all’amarena, tre bottiglie rotte di amaro del Capo e di amaro Lucano, sette bottiglie da 3/4 di birra, 20 bicchierini di plastica sporchi dei suddetti liquori, 5 bottiglie di plastica di acqua minerale e 5 buste di plastica. Sembra uno strampalato elenco della spesa, ma in realtà è il ‘bottino’ recuperato da Aldo Caroleo, presidente dell’Archeoclub di Siponto, presso gli ipogei Scoppa, nella pineta sipontina.

Un’amara scoperta all’indomani di una notte brava di alcuni ‘ragazzacci’ che tra l’altro, aggiunge con mestizia Caroleo, hanno fatto anche sparire dal sito archeologico due scope utilizzate per raccogliere all’interno degli ipogei i vetri rotti e per tenere puliti i mosaici salvati dopo secoli di abbandono. E per di più, occorre sottolineare, il raid degli sporcaccioni è avvenuto subito dopo l’accurata pulizia dei volontari di Sipontopulita.

Aldo Caroleo, seppur calabrese d’origine, è innamorato del territorio sipontino come pochi altri. “Sono grato a questa terra che mi ha adottato dal 1970”, ovvero da quando dalla Calabria venne a Manfredonia per lavoro. Qui ha messo su famiglia, portandosi dalla ‘sua’ Magna Grecia un incredibile amore per il bello e per la storia che ha continuato a coltivare senza sosta ed in maniera volontaria.

Appena due anni fa, l’infaticabile presidente dell’Archeoclub intitolato a ‘Mauro Caroleo’, nome del figliuolo di Aldo prematuramente scomparso, è riuscito ad ottenere l’affidamento del complesso ipogeico, Scoppa 1, Scoppa 2 e l’ipogeo “Santa Maria Regina” adiacente l’omonima Chiesa di Siponto, dal Consorzio di bonifica di Capitanata in collaborazione con l’Arcidiocesi di Manfredonia e la Parrocchia di Siponto.

L’ingresso dell’ipogeo Scoppa 1, quello vandalizzato durante la notte da ignoti, è situato nella pineta di Siponto e, attraverso una scaletta, conduce in una necropoli sotterranea dove, nei primi secoli dopo Cristo, i parenti dei defunti pregavano e solevano anche mangiare nel ricordare i loro cari. “Su quelle aiuole all’esterno – precisa Caroleo – ci portiamo dei visitatori grandi e piccoli per vedere gli ipogei e, al di là del gesto deturpante, vi è la pericolosità dei vetri rotti, sparsi in tanti frammenti piccoli che possono ferire anche seriamente”. “Dico a queste persone che nessuno vieta loro di bere o altro, ma almeno avessero la decenza di non frantumare e spargere vetri rotti o rifiuti”. Quindi Aldo Caroleo annuncia che come Archeoclub sporgerà denuncia contro ignoti per deturpamento dei beni archeologici: “Andremo fino in fondo per individuare i responsabili. Lo sappiano i genitori che saranno chiamati a risarcire i danni”.

Maria Teresa Valente 

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Redazione

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