Giovanni Muciaccia a Manfredonia. Si racconta l’eroe creativo che ha colorato la nostra infanzia

Giovanni Muciaccia si racconta. L’eroe creativo che ha colorato la nostra infanzia
C’è un tipo di amarcord che accomuna tutti i nati tra gli anni ’90 e i primi anni ‘2000: pomeriggi davanti alla TV, forbici dalla punta arrotondata, colla vinilica e tanta fantasia. Al centro di tutto, c’era lui, il supereroe creativo dei bambini: Giovanni Muciaccia. Lo abbiamo incontrato in occasione del Festival ECOE‘ promosso dall’assessorato all’ambiente.
D: “Qual è stato il tuo Art Attack, il primo oggetto creato davanti alle telecamere, il primo ciak? Quale sensazione ha accompagnato quel momento?”
R: “Il primo Art Attack era fatto con un sacchetto di zucchero riempito di sassi, con braccia, gambe e testa: il primo in assoluto e mi è rimasto nel cuore.”
D: “C’è sempre stato un alone di mistero dietro quelle creazioni. Quanto era vero e quanto era ‘TV’?”
R: “Gli oggetti erano altamente telegenici e attraenti per chi li vedeva da casa. La difficoltà, però, era per chi cercava di replicarli: la prima volta non venivano, la seconda ci si avvicinava un po’, la terza ancora di più… e forse alla quarta il risultato era quello più fedele all’originale.”
D:”Per noi bambini tu provenivi da un altro pianeta ma in realtà sei originario di Foggia. Con che attacco d’arte racconteresti la tua città?”
R: “Racconterei i monumenti di Foggia con la cartapesta, per ricordare ciò che rimasto dopo i bombardamenti. Vorrei rappresentare quel poco che è rimasto, unendo cartapesta, manualità e alto artigianato.”
D: “I bambini di oggi sono nativi digitali. Secondo te è ancora possibile coltivare in loro la stessa creatività manuale? L’arte, oggi, come può ancora “attaccare”?”
R: “È una domanda che mi fanno spesso, e la risposta la trovate nei tutorial che hanno fatto milioni di visualizzazioni. Art Attack è stato un tutorial ante litteram. L’arte continua a piacere, perché noi italiani siamo immersi nell’arte e pervasi da una manualità che ci affascina.”
D: “Se Art Attack avesse accompagnato la tua di infanzia, da spettatore bambino, cosa ne avresti pensato? E oggi, cosa ne pensa Giovanni adulto di Giovanni giovane presentatore?”
R:”Se avessi visto Art Attack da piccolo, sarei impazzito. Costruivo e sperimentavo in garage ma non avevo tutto il materiale e mi mancavano alcuni passaggi. Oggi, da adulto, stringerei la mano al giovane presentatore e gli darei una pacca sulla spalla, dicendogli: “Te la sì cavète!” (Te la sei cavata!)
Con Giovanni sono riaffiorati i ricordi di un’infanzia bellissima e super creativa, trascorsa in sua compagnia. E’ stato un piccolo Art Attack al cuore.