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Garganodascoprire: “Gargano, laboratorio antropologico. Ricerche etnografiche e inchieste”

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GARGANO: LABORATORIO ANTROPOLOGICO. RICERCHE ETNOGRAFICHE E INCHIESTE DI ANTROPOMETRIA SUL PROMONTORIO.

Innanzitutto, qualche dettaglio sul significato di alcuni termini: etnografia, ovvero la raccolta di dati per uno studio comparativo delle diverse culture umane; antropometria, ovvero lo studio statistico dei caratteri misurabili del corpo umano.

C’è stato un tempo in cui diversi studiosi si cimentarono, più che in altri momenti, nello studio sistematico dell’essere umano, interessati a carpirne ogni aspetto peculiare, anche quelli più nascosti. Sempre in quel tempo (ma tali studi antropologici esistono ancora), il promontorio garganico divenne un vero e proprio laboratorio per ricerche etnografiche e inchieste di antropometria. Perché? Semplice. La sua conformazione geografica e il suo particolare isolamento rendevano le comunità in esso contenute molto interessanti dal punto di vista antropologico.

Oltre all’aspetto prettamente scientifico, di dati e misure, era interessante anche la ‘misurazione’ di esistenze, di relazioni, di micro mondi dentro cui ogni racconto umano si muove per coglierne le fratture, i cambiamenti, le trasformazioni inattese, come sottolinea Paolo Zardi.

Cleto Corrain, dell’Istituto di Antropologia dell’Università di Padova, è uno di questi studiosi che svolse, al seguito del suo compianto maestro Raffaello Battaglia e dopo la morte di lui, dal 1955 e fino alla fine degli anni Sessanta, ricerche antropologiche nel Gargano.

Il primo pretesto, o meglio la prima tematica, furono le indagini paleo-antropogeografiche, sovvenzionate sotto questo titolo dal C.N.R., aventi lo scopo di studiare i depositi quaternari in rapporto al popolamento preistorico del promontorio e ai caratteri degli antichi insediamenti umani. Ne derivarono numerose ricerche sul materiale osteologico rinvenuto nelle varie necropoli, di diversa epoca, ma concentrate soprattutto nei periodi protostorico (VIII-III sec. a.C.), romano e medievale antico.

Le scoperte preistoriche portarono alla luce diverse problematiche etniche che necessitavano di approfondimenti antropologici specifici, per arrivare a fornire qualche soluzione alle questioni sollevate.

Si partì, quindi, nel 1959-1960, con un’inchiesta di antropometria classica, su di un complesso di 717 individui, in massima parte adulti e di sesso maschile.

L’inchiesta, condotta con sicuri criteri di campionatura, assunse un preminente interesse da un territorio fortemente articolato come il Gargano, il quale, dal punto di vista antropogeografico, si risolve in altrettante unità demografiche quanti sono i suoi abitati. Taluni caratteri antropometrici importanti sembravano comunque risentire della divisione dei centri abitati stessi: in una serie del Gargano nord e in un’altra del Gargano sud.

Un primo orientamento in tal senso venne al Corrain da un rilevamento di caratteri emotipologici, limitato ai gruppi sanguigni del sistema ABO: più B e meno O nelle località del Gargano settentrionale.

Come ci ricorda anche Filippo Fiorentino (“Il mondo pastorale, tradizione e cultura comune del Gargano”, 2000), citando lo stesso studio, le indagini ematologiche accertarono una più elevata frequenza del gruppo B nei centri settentrionali tra i più antichi, Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Rodi Garganico, Vico del Gargano e Peschici, rispetto ai centri meridionali, Mattinata, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, dove più alta era invece la percentuale del gruppo O (51,3 di fronte al 46,3 del settore settentrionale).

Inoltre, gli abitanti del versante nord risultarono più alti per la statura assoluta come per l’essenziale (più slanciati) e (coerentemente) con una più ampia apertura delle braccia. In tutti i confronti tra centri contigui, peso e statura diminuiscono con l’altitudine.

La morfologia generale della testa presenta variazioni (su piccola scala regionale) sensibili e pertanto interessanti. L’altezza del capo dimostra un comportamento molto irregolare, specie trattandosi dei centri meridionali, caratterizzati (nel complesso) da teste meno alte. Sembra ripetutamente segnalata una correlazione altimetrica, nel senso che le medie dell’altezza del capo vanno significativamente diminuendo con l’aumentare delle quote.

Tra tutte le elaborazioni delle misure della testa, più sensibile è apparso l’indice cefalico orizzontale (rapporto percentuale tra larghezza e lunghezza), avendo rivelato una maggiore frequenza orientale e meridionale di elementi brachicefali (teste larghe o corte), in un orizzonte antropologico abbastanza stabilizzato sulla dolico-mesocefalia (teste moderatamente strette o lunghe).

Ciò lascia pensare all’influsso di tenui fatti immigratori da un Oriente abbastanza vicino. In tutto il promontorio risultano prevalere di gran lunga le forme alte e strette della faccia e del naso.

Il Corrain continua dicendoci che si osserva una minore pigmentazione cutanea nei centri del lato meridionale e orientale del territorio studiato. Non sono rari i capelli castani, ma sono quasi introvabili i biondi. Al contrario, prevalgono le colorazioni chiare delle iridi (azzurre e verdi); mancano assolutamente le bruno-nere. Si tratta di un’interessante area di diffusione di iridi chiare, in piena Italia meridionale.

Dobbiamo forse credere alla famigerata leggenda del carro pieno di donne germaniche voluto da Federico II di Svevia per ripopolare alcune aree del Gargano? Scherzi a parte, le conclusioni di tale studio si rivelano molto interessanti.

Nei nostri centri garganici risulta predominare un tipo umano a statura media o alta, con testa lunga stretta e alta, con faccia e naso alti e stretti, con capelli bruni e occhi chiari.

La differenza tra le popolazioni dei due versanti, quanto alla diffusione di questo tipo predominante può dirsi notevole: 26,2% a nord, 19,2% a sud.

Se non consideriamo le stature e i caratteri pigmentari, il tipo descritto rappresenta oltre la metà della popolazione del versante settentrionale e appena i due quinti della popolazione del versante meridionale.

Infine, le popolazioni del Gargano, nel loro complesso, sembrano avvicinarsi particolarmente al comportamento emotipologico dell’Abruzzo e del Molise. Discreta appare la somiglianza con le popolazioni adriatiche del Montenegro e dell’Albania.

Si rivela nella popolazione del promontorio un difetto del gruppo A (A2, in particolare) e un eccesso del gruppo B, rispetto alla popolazione del resto della Puglia. Rimane qualche dubbio sulla effettiva singolarità di comportamento (in un quadro garganico) della popolazione dei centri più interni e isolati.

Il Gargano, quindi, si rivelò un prezioso contenitore etnico dove l’unicità dei vari centri abitati, come unità demografiche distinte, si è mescolato con l’apporto etnico-antropologico di colonie di migranti, predoni, mercanti, pellegrini, con ibridazioni culturali svolte e radicate nella montagna garganica ma senza il consolidarsi di una piena omogeneità. Un fattore unico e straordinario.

Archivio di G. BARRELLA.

Foto:

– “Gente del Gargano”, Claudio Grenzi Editore, 2008.

Fonte:

– “Ricerche antropologiche nel Gargano”, Cleto Corrain, 1979.

– “Vestigia del Gargano Nord”, a cura di F. Fiorentino, Vico del Gargano, 2000.

Garganodascoprire

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