Da dove deriva l’espressione “rompere le scatole”?
Da dove deriva l’espressione “rompere le scatole”? E’ un modo di dire comune che affonda le sue origini nella prima guerra mondiale. Questa espressione idiomatica, che con il tempo si è evoluta nella sua, altrettanto nota, variante volgare è un lascito delle trincee della Grande Guerra.
Tanti sono i neologismi della Grande Guerra e le espressioni, che i suoi reduci hanno successivamente diffuso in tutta Italia. L’esperienza della guerra si manifestò anche linguisticamente nella coniazione di parole nuove alla cui proliferazione contribuirono i giornali: forestierismi, regionalismi e neoformazioni, interconnesse al gergo militare. Ma perché si dice “rompere le scatole”? Le scatole di cui si parla sono quelle che durante la prima guerra mondiale contenevano le cartucce dei fucili. “Rompere le scatole” significava apprestarsi a dare fuoco. Le scatole da rompere contenevano i pacchetti di cartucce di munizioni per i fucili in dotazione alle truppe italiane: il comandante impartiva ai soldati l’ordine di rompere le scatole prima di un attacco. Il soldato che sta per compiere questa azione finisce sul campo di battaglia, con un epilogo il più delle volte fatale. L’espressione è quindi sinonimo di “disturbare”, “dare noia”, “importunare”: quando qualcuno ci dice “non rompermi le scatole!” ci sta dicendo di non voler essere tediato, di voler essere lasciato “in pace”.