Attualità Capitanata

Dietrofront dei giostrai: “Mai stati trattati così in sessant’anni di attività”

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“Siamo lavoratori anche noi e abbiamo famiglie da sfamare, non è giusto essere stati trattati così”. C’è tanta amarezza mista a preoccupazione per un futuro che ora più che mai appare incerto nella voce di Germano Alberini, della storica famiglia foggiana di giostrai che in queste ore sta lasciando Manfredonia.

Eravate stati autorizzati? Chiedo per capire meglio come mai, dopo l’annuncio dell’arrivo di un luna park estivo nel parcheggio alle spalle del Centro Cesarano dato soltanto pochi giorni fa, anziché procedere in data odierna all’inaugurazione (come da programma), i giostrai stanno invece andando via. “Dopo aver fatto le richieste tramite piattaforma SUAP un mese fa, avevamo avuto la scorsa settimana dalla dirigente del Comune l’ok per venire a Manfredonia”, mi spiega Alberini.

Quindi siete in possesso di un permesso scritto? “Purtroppo no, perché la dirigente del Comune che ci aveva autorizzati è la stessa che poi ci ha detto di andare via. Per avere l’autorizzazione definitiva – afferma – avremmo dovuto montare il luna park e attendere i controlli da parte dei tecnici. Invece, all’ultimo momento il Comune si è tirato indietro”.

E a proposito dell’assenza di autorizzazione scritta, Alberini precisa: “Se non avessimo preso accordi, come avremmo potuto avere le chiavi dei bagni che ci sono nel parcheggio? E perché avrebbero dovuto allacciarci la corrente, che tra l’altro abbiamo anche già pagato? E soprattutto perché avrebbero mandato a pulire l’area, che quando siamo arrivati era sporchissima e piena di rifiuti?”.

La notizia dell’arrivo del luna park aveva fatto esultare molti, ma storcere il naso a tanti altri. A causa dell’emergenza Covid, infatti, sono saltati eventi vari ed anche le manifestazioni religiose. E il fatto di poter consentire l’allestimento di giostre vietando le processioni, non è stato ben visto.

“Cosa c’entra la Madonna con il nostro lavoro?”, sbotta Alberini. “Avremmo portato soltanto nove giostre, tra l’altro tenendole ben distanziate tra loro; avremmo evitato di mettere la musica, visto che vicino ci sono dei palazzi; e avremmo anche chiuso tutte le attrazioni ad orari che avrebbero potuto indicarci. Ma non è giusto non permetterci di lavorare. Hanno riaperto lidi, pizzerie e ristoranti. Perché noi non possiamo riprendere?”. Poi confessa con rammarico: “Abbiamo figli piccoli”.

Da ottobre ad aprile i giostrai sono fermi, ma proprio quando avrebbero dovuto riprendere, il lockdown e l’emergenza in corso li ha costretti a rinunciare. La Regione Puglia ha allargato le maglie dei permessi, ma a quanto pare ciò non è bastato. Almeno a Manfredonia.

“Abbiamo bisogno di lavorare, siamo sette famiglie con sei bambini e non incassiamo un centesimo da mesi”, conclude sommessamente Germano Alberini, ancora incredulo.

di Maria Teresa Valente

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