Clint Eastwood e l’incontro con Sergio Leone: il retroscena che in pochi conoscono
Quando si pensa a Clint Eastwood impossibile non immaginarlo con un sigaro tra i denti, il poncho e la colt nella fondina. Oggi ha il volto incorniciato in una ragnatela di rughe che lo rendono ugualmente affascinante. Ha 92 anni, ma vive ancora di pane e cinema. Al Corriere della Sera ha ricordato il suo esordio sul grande schermo e quell’incontro che gli cambiò la vita. “Incontrai Sergio Leone appena atterrato in Italia. Non c’ero mai stato prima. Una magnifica interprete ci aiutò nella comunicazione perché all’epoca io non parlavo una parola d’italiano e Sergio non parlava una parola d’inglese. Ci capivamo a gesti. Abbiamo parlato di cinema, ho incontrato la sua famiglia. Ma eravamo concentrati sul film. Non potevo sapere che, al pari di Don Siegel, sarebbe stato l’uomo che più mi avrebbe influenzato come regista. Mi ha fatto amare l’ironia e l’amore per i paesaggi”.
Clint Eastwood, il western all’italiana e il ricordo di Ennio Morricone
Sergio Leone inizialmente offrì il ruolo di Armonica a Clint Eastwood in “C’era una volta il west”, ma l’attore rifiutò perché non voleva più lavorare con il regista. “Ho sempre cercato di fare cose nuove, ed era venuto il tempo di provare qualcosa di diverso, e di parlare la mia lingua. Con Sergio non ci siamo separati, abbiamo preso filosoficamente strade diverse. I miei sono set molto diversi dai suoi, giro velocemente pochi ciak. Non dico nemmeno azione, motore; dico, ragazzi se siete pronti partite. Io mi indirizzavo verso storie più personali, lui amava la spettacolarità, le esplosioni sui treni, i soldati sulle colline”.
Infine Clint ricorda il maestro Ennio Morricone: “Nessuno ha usato la musica come lui, cambia lo stile, l’approccio, le sue melodie sembra che aggiungano frasi alle sceneggiature, sono suoni che parlano. Un sacco di trombe e poi bum, i cavalli nitriscono. E’ una musica operistica che esalta la violenza e le sparatorie. Ennio è stato uno splendido compositore, ha vinto due Oscar, uno glielo consegnai io”.