Claudio Amendola ritorna con il “Patriarca”, storia di un boss pugliese malato

Claudio Amendola ritorna alla grande serialità di Mediaset con un titolo forte pronto a conquistare l’attenzione e il gradimento del pubblico. Da questa sera, infatti, in onda su Canale 5 alle 21.20 andrà in onda la prima puntata de “Il Patriarca”, una nuova serie che lo vede nel duplice ruolo di attore e di regista.
La serie ha molto a che fare con la Puglia. La storia, infatti, narra di un boss mafioso malato di Alzheimer che vive a Levante, una città immaginaria della puglia. “Nemo Bandera è un boss, un abile imprenditore pugliese e allo stesso tempo un criminale. È un uomo tutto d’un pezzo che un giorno capisce che da lì in poi niente potrà essere più lo stesso”, racconta Amendola a Sorrisi e Canzoni.
La serie, che andrà avanti per dodici puntate, è stata ripresa in Puglia, in particolare a Bari e Monopoli, e a Roma. Le vicissitudini di questo boss saranno legate molto alla sua condizione di salute. “Nella prima scena lui è seduto davanti alla dottoressa che gli comunica: “Mi dispiace, lei ha l’Alzheimer. Quella scena è il motivo per cui ho deciso di interpretare questo bellissimo personaggio”.
Il personaggio di Nemo è una grande prova per Amendola che dovrà interpretare un boss spietato che conserva zone d’ombra e di luce. “Il percorso psicologico che può fare una persona in una situazione del genere è la chiave che mi ha spinto ad accettare. In Nemo subentra la vergogna: lui, uomo potente, si ritrova con una malattia che lo renderà fragile e indifeso, per questo nasconde la verità a tutti. Sento una grande responsabilità e spero di non aver mancato di rispetto mai e in nessun modo a chi questo problema lo sente in prima persona”.
“Il Patriarca” è il primo prodotto cinematografico diretto da Claudio Amendola. Una sfida importante per lui. “Ho iniziato tardi a fare il regista. Ci vuole una certa consapevolezza e bisogna aver superato quel momento di super ego dell’attore. Io oggi sono molto, anzi abbastanza pronto a sentirmi dire: Claudio, rifacciamola, la battuta non era chiara”.