Politica Italia

Caso Ase: le dichiarazioni dell’ex Sindaco Riccardi

ASE: IL BUE CHE DICE ALL’ASINO CORNUTO

È imbarazzante quello che sta accadendo in città, ma lo è ancora di più il fatto che siano i rappresentanti dello Stato ad esserne i protagonisti. La gestione della cosa pubblica, infatti, è nelle mani di tre funzionari, di cui due in pensione, che amministrano con gli stessi dirigenti e nelle stesse posizioni che ricoprivano quando è stato sciolto il Comune.


Per ragioni di trasparenza e legalità, dicono loro, approvano e decidono atti di fondamentale importanza per la nostra comunità senza il coinvolgimento di nessuno. Le forze politiche, sindacali e associative non sono mai chiamate in causa ed il confronto è ottenuto solo in casi estremi, ovvero se c’è in corso una rumorosa protesta.
Queste donne e uomini dello Stato chiamati ad assolvere la funzione di ripristino della legalità, sembrano occuparsi di tutto, tranne che dei compiti che sono stati loro affidati. Mai un’iniziativa pubblica dei tre è stata organizzata per un confronto con la città e mai ci è stato spiegato con quali mezzi e quali azioni stanno procedendo al governo di Manfredonia. Nulla di nulla, solo retorica e dichiarazioni di circostanza. Insomma, un’inadeguatezza disarmante, con la fortuna (per loro) che la pandemia, sta facendo passare in sordina il vuoto assoluto delle loro azioni.


Veniamo all’ultimo capolavoro in ordine di tempo. Il 4 dicembre con la convocazione dell’assemblea ASE, i commissari hanno inteso rimuovere l’A.U. Franco Barbone. Nulla da dire se l’atto fosse stato adeguatamente motivato. Dalla lettura delle ragioni, però, ne viene fuori un quadro desolante e preoccupante: non una sola contestazione di merito, ma una narrazione di lesa maestà nei confronti dei commissari, ai quali sarebbe stato sottratto il controllo su ASE da parte dell’amministratore unico. Per sostenere questa tesi fanno riferimento a due ‘recentissime’ sentenze, una del Trentino Alto Adige (Regione a Statuto Speciale) del 2007 e l’altra di una regione che a quanto pare è molto cara ai commissari, Tar Calabria 2014. Nelle quattro pagine in cui si ripetono ossessivamente concetti elementari, nulla è contestato nel merito. L’accusa più grave che all’AU Barbone viene mossa è di minare la legalità e la trasparenza aziendale, ma senza precise motivazioni, nel classico stile che porta a sciogliere i consigli comunali.
Questi signori si permettono di addossare ed adombrare possibili e gravi condotte e adottano una modalità liquidatoria vergognosa che chiede vendetta. Farebbe bene Barbone ad esercitare ogni azione per tutelare la sua onorabilità. Ma la nota riserva dichiarazioni da far imbarazzare anche gli stessi dirigenti. Si legge, ad esempio, che il controllo analogo del comune “è rimasto in ombra fino al nostro insediamento”. Mi verrebbe da dire alla Checco Zalone: ma questi sono del mestiere? Come si permettono di sostenere una bugia cosi clamorosa? Basta guardare la fittissima attività svolta prima del loro arrivo per capire che non sanno di cosa parlano.
Visto che si parla tanto di legalità, perché non ci spiegano le ragioni che li hanno portati ad evitare di procedere al sorteggio per il personale assunto da ASE? Sempre in ordine alla richiamata trasparenza, come mai lo statuto dell’azienda ASE modificato il 2 ottobre 2019, non è pubblicato sul sito dell’Azienda? Per giudicare l’operato di AU Barbone e dei precedenti amministratori, non ci vuole molto. Sul piano della gestione aziendale, ASE (al netto dei suoi noti denigratori) ha performance di tutto rispetto: con la raccolta differenziata siamo partiti nel 2016 al 21,31% per poi stabilire percentuali straordinarie nel 2017 con il 56,19%, nel 2018 con il 60,64% e nel 2019 con il 63,00%.


Sfido chiunque, vista anche la superfice di Manfredonia vasta oltre 350 kmq, a trovare in Italia altre aziende che fanno questi numeri, grazie ai quali la TARI resta ancora accessibile, nonostante i pasticci contabili a carico dei cittadini degli attuali commissari. Sui quali sarebbe auspicabile una verifica della giustizia contabile, molto attiva quando si tratta di bastonare gli amministratori pubblici, ed evidentemente poco incline a fare la stessa cosa con i cosiddetti funzionari dello Stato.
Sul piano economico, i dati di bilancio dicono chiaramente che Franco Barbone è stato un ottimo amministratore: anno 2018 utile di euro 482.175; anno 2019 una perdita di euro 115.356 indotta dai commissari per non pagare un legittimo debito fuori bilancio del comune di Manfredonia, scaricato sui contribuenti di Manfredonia attraverso la Tari; utile di euro 781.203 al 31/8/2020. Il piano di ristrutturazione del costo del personale è passato da euro 6.104.094 dell’anno 2017 ad euro 4.268.353 del 2019, con una riduzione di euro 1.835.741.


A proposito di questi risultati, dopo aver fatto ingoiare all’AU di ASE i costi della gestione del Mercato Ittico per 126.891,56 euro, e per non aver pagato i costi di raccolta dei rifiuti sul porto commerciale pari a 626.910,00 euro (importi indicati ed approvati con il piano di riequilibrio del comune di Manfredonia con delibera di C.C. n. 1 del 17.03, è lecito chiedersi come è stato possibile rimettere gli eventuali costi sulla TARI? Ed ancora, come mai, nonostante gli utili di questi anni, ed essendo il comune di Manfredonia sostanzialmente unico cliente di ASE, è stata vergognosamente aumentata la TARI per il 2019 e per il 2020, per un totale di 1 milione e 600 mila euro? Evidenti e palesi sono gli errori di calcolo e per tutte queste ragione i cittadini, e non solo, dovrebbero chiedere il conto alla Commissione Straordinaria, soprattutto in questo periodo maledetto della pandemia, dove vivere è diventato impossibile.
In passato davanti a situazioni irrilevanti si scatenava la corte celeste. Oggi c’è un vergognoso silenzio.


In ultimo, la cosa più comica ed imbarazzante di tutta questa vicenda è la nomina del nuovo amministratore, sostenendo che avremo gli stessi costi. Niente di più falso, e lo dimostrerò nei prossimi mesi. Nulla da dire sulla scelta di Raphael Rossi, il cui curriculum non lascia dubbio alcuno, poiché sicuramente è una persona dotata delle giuste competenze. Ma non può sfuggire la pasticciata giustificazione dell’avvenuta nomina. In alcuni passaggi la commissione sostiene che nel corso del tempo è venuto meno il rapporto di fiducia fin tanto da costringere la commissione ad un ‘ripristino della legalità’. È del tutto evidente che si poteva procedere per tempo ad una scelta in piena trasparenza (e non alle 6 del mattino, quasi di nascosto!). Ma la cosa più grave è aver dichiarato che per queste ragioni la commissione ha dovuto attingere da un elenco ASE di due anni fa redatto per la nomina del direttore generale. Una delibera successivamente revocata, per la precisione con la delibera ASE n. 26 del 9 settembre 2019. A proposito, di questa revoca cosa ha detto il controllo analogo? E ancora, scrive la commissione: “per alcuni è stata fatta apposita audizione…”. Quando? Con il favore delle tenebre? Ancora più imbarazzante è scoprire che gli elenchi sono due, il primo di 11 candidati ammessi e la seconda di 12 candidati NON AMMESSI. Tra i non ammessi appare Raphael Rossi, delibera ASE n. 8 del 26 gennaio 2018.
In questi giorni la tv ci sta riproponendo la saga di Harry Potter. Ebbene, forse contagiati dal clima natalizio i commissari credono di essere nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e non in un municipio, visti i numeri di prestigio che ci propinano, adducendo giustificazioni funamboliche alle loro decisioni. Tutto sommato, posso anche capirli: essendo venuti pochissimo a Manfredonia in questi due anni del loro mandato, è anche normale che non abbiano ancora capito dove si trovano.
Ad maiora!

Angelo Riccardi già Sindaco di Manfredonia (FG)
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia dal 3 ottobre 2010 nell’elenco dei Pubblicisti n. 145000

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