Cronaca Capitanata

Bufera a Lucera: arrestato il comandante della Polizia municipale. Sei indagati

I militari della Guardia di finanza di Foggia hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura, nei confronti del comandante della Polizia locale di Lucera, Beniamino Amorico di 50 anni, accusato di condotte illecite ai danni del Comune.

Tra le accuse contestate al funzionario quella di aver utilizzato il mezzo di servizio per impegni privati e di realizzato atti falsi tesi ad “accomodare”, in favore di conoscenti, alcune pratiche e istruttorie amministrative del proprio Comando di Polizia locale.

Il provvedimento è stato eseguito al termine di una indagine condotta dalla procura di Foggia e dalla Guardia di Finanza di Lucera nell’ambito della quale risultano indagate sei persone per peculato, falso in atto pubblico, truffa ai danni del Comune di Lucera e rivelazione di segreto d’ufficio.

L’operazione, denominata “Doppio Alfa”, avrebbe permesso di far emergere, tra l’altro, presunti comportamenti di funzionari pubblici verosimilmente improntati all’indebita strumentalizzazione del ruolo e delle funzioni derivanti dallo stato di appartenenza ad un organo di Polizia, tra cui l’odierno arrestato.

In dettaglio, le indagini dei finanzieri hanno evidenziato che il funzionario della polizia locale, con frequenza pressoché quotidiana, dopo aver attestato la propria presenza in servizio, si sarebbe allontanato dal luogo di lavoro, utilizzando l’automobile del Comune per impegni privati, estranei alle proprie attribuzioni istituzionali.

In tali circostanze il funzionario avrebbe utilizzato il mezzo di servizio per fare acquisti di vario genere, per incontrare la propria compagna e per incontrare in altri Comuni – anche fuori Regione – persone che nessun legame avrebbero avuto con i doveri del suo ufficio, totalizzando, nei soli mesi di indagine, assenze dall’ufficio per circa 53 ore e percorrendo circa 3000 chilometri con l’automobile in uso alla Polizia locale.

È stato inoltre constatato che il pubblico ufficiale avrebbe redatto atti ideologicamente falsi inerenti alle proprie attestazioni di servizio e all’uso dell’automobile, così come avrebbe predisposto numerosi atti falsi tesi ad “accomodare”, in favore di soggetti conoscenti, alcune pratiche e istruttorie amministrative del proprio Comando di Polizia locale.

Tra queste, alcune sanzioni elevate per violazioni del Codice della Strada, per il cui “accomodamento” il funzionario avrebbe rilasciato permessi Z.T.L. retrodatati e emessi ad hoc, annullando così gli effetti delle contravvenzioni. Infine, il funzionario pubblico con funzioni di comando avrebbe rivelato ad “amici e conoscenti” dati sensibili e riservati alla cognizione esclusiva del suo Ufficio, con particolare riferimento a report della Regione Puglia ad esclusivo uso degli Organi di Polizia.

Va precisato che le posizioni delle persone indagate sono al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.

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Redazione

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