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Batuta omofoba di Pucci contro Tommaso Zorzi. La reazione: “Siamo nel 2022, gli anni ’80 sono finiti”

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Tommaso Zorzi, influencer ed ex vincitore del Grande Fratello Vip, ieri, nell’ultimo giorno del mese del Pride ha denunciato alcune offese omofobe del comico milanese Andrea Pucci. Pucci, in uno spettacolo, avrebbe fatto una battuta di poco gusto, includendo anche le preferenze sessuali di Zorzi. “I tamponi se sei fortunato te li fanno in una narice, se sei uno stronzo in due, se sei ancora più stronzo in gola, se sei Zorzi in culo”. 

Le parole, oggettivamente poco gradevoli e poco divertenti, hanno portato l’influencer milanese – noto anche per la sua partecipazione al talent “Riccanza – a pubblicare delle storie contro Pucci. “Non voglio fare polemica – ha chiarato Zorzi – ma visto che mi hanno tirato in ballo volevo soffermarmi su quello che è successo”. Secondo Zorzi la comicità di Pucci è anacronistica, fuori dal tempo. “Siamo nel 2022, gli anni ’80 sono finiti: ci sono stati i ’90, i 2000 e i 2010. Sono passati 40 anni da quando questa battuta faceva ridere”. 

La star del web, che ha chiesto delle scuse di Pucci, ha continuato sul messaggio sbagliato di quella frase in uno spettacolo. “Anche no. La cosa che mi fa impazzire di sta roba è: tu che ne sai? È una cosa che mi fa impazzire”.

Mario Manca, giornalista di Vanity Fair, ha commentato così l’accaduto. “Più che la battuta in sé, ci chiediamo un’altra cosa: è possibile che, nel 2022, ci sia ancora qualcuno che trovi una battuta del genere divertente?”, il grande dilemma. 

“È possibile che in tutti questi decenni non siamo riusciti a far capire che la comunità omosessuale, come chiunque altra, ha bisogno di rispetto e dignità? Tommaso, questa volta, ha scelto coraggiosamente di non restare in silenzio e di segnalare il problema, indirizzando il suo messaggio direttamente a Pucci e a tutti coloro che a quella battuta si sono sbellicati dalle risate. Lo ha fatto perché più che gli slogan sui social è necessario far capire quando si supera un certo limite nella vita vera, perché finché gli sfottò vecchi di quarant’anni continueranno a suscitare ilarità spacciando l’omofobia per la satira non potremmo mai dire davvero di aver fatto un passo avanti”. 

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