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Apre la Biennale d’Arte a Venezia. La Russia non ci sarà, spazio a Piazza Ucraina

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Matteo Gentile

Il latte dei sogni”, tratto dal libro di favole di Leonora Carrington, è il filo conduttore della cinquantanovesima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. La Biennale d’Arte, attesissima dopo l’emergenza pandemica, ritorna da questa mattina fino al 27 novembre fra il Giardino delle Vergini e l’Arsenale. La mostra, curata quest’anno da Cecilia Alemani include 213 artisti provenienti da 58 nazioni (26 italiani) e presenta opere contemporanee e 80 nuove produzioni concepite appositamente per la Biennale per un totale di 1.433 opere esposte. 

L’evento internazionale prende spunto da un libro di favole di Carrington che immagina e descrive un mondo magico ed immaginifico, nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso la forza dell’immaginazione e della trasformazione. 

La Biennale d’Arte di Alemani segna il ritorno alla normalità, ma è stata concepita nel pieno dell’emergenza covid-19. “La mostra nasce dalle numerose conversazioni intercorse con molte artiste e artisti in questi ultimi mesi”, spiega la curatrice Alemani. 

“Da questi dialoghi sono emerse con insistenza molte domande che evocano non solo questo preciso momento storico in cui la sopravvivenza stessa dell’umanità viene minacciata, ma riassumono anche molte altre questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità̀ nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi? Questi sono alcuni degli interrogativi che fanno da guida a questa edizione della Biennale Arte, la cui ricerca si concentra in particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra”.

Per queste domande ci sarà l’arte a rispondere con i suoi tentativi, le sue visioni e le sue posizioni. Alla Biennale 2022, ovviamente, non ci sarà la Russia. Il padiglione russo, infatti, risulta abbandonato e chiuso. L’organizzazione, invece, ha voluto ribadire la sua vicinanza al popolo ucraino con una speciale iniziativa: PIAZZA UCRAINA, un luogo di dibattito e dialogo curato da Borys Filonenko, Lizaveta German e Maria Lanko.

Roberto Ciccutto, Presidente della Biennale, ha dichiarato: “Ci auguriamo che questa iniziativa contribuisca ad accrescere la consapevolezza nel mondo contro la guerra e tutte le sue conseguenze”. 

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