Antonio Palumbo, dal nuovo al vecchio tempo (ricordi anni ’77, un amico atleta tra le nuvole del cielo)

LE prime giornate del sole più caldo e alto che picchia le nostre case marittime ,riflesse sulle onde del mare,lo hanno portato come un alito di uno spirito depositato su una casa vicina al ” Torrione del Fico “, proprio sotto la banchina del Molo.
Le acque imperversavano lunghe con le fasce agitate dal vento di scirocco, si’ quell’ampio spazio che aveva di fronte era l’enorme quaderno che conservava nell’anima Antonio.
La sua scrittura fatta con gli occhi riusciva a riempire ogni sua pagina con il pensiero a battito di un decimo a parola.
Le prime frasi caddero dal cielo arrivate da molto lontano… portandosi tra sogno e realtà,ma non so dirvi come e né spiegarvi quando…ma c’era lui con la sua corsa ,verso il profumo dell’erba più pura del campo, all’esterno della pista, dove usava prepararsi per il riscaldamento, in attesa della gara in programma. Caro Antonio Palumbo ,eri la grande promessa Sipontina dei cento e ducento metri piani.Quell’anno ,1977 ,partimmo con un grande pullman da Foggia,con la società barese della “Riccardi Bisceglie”,a capo c’era il presidente Graziano,anche membro regionale del Coni: si doveva rappresentare la Regione Puglia alla manifestazione Interregionali.
L’ evento importante, quell’anno, toccò alla città di Pescara: erano presenti alla competizioni tutte le regioni d’Italia.
Di Manfredonia fummo scelti : Antonio nella velocità, io nella 10 chilometri di marcia,il forte Pasqualino Di Gregorio nella mezzofondo,Michele Clemente salto con l’asta, Michelangelo , e Leonardo Antonio Capaiuolo assieme al compianto Massimo De Padova,nel lancio del giavellotto. Ricordo alla fine della chiusura dei giochi, la Puglia ottenne un ottimo risultato.Eravamo stanchi ,ma contenti ,si sorrideva di gusto e pian piano ci avviammo per il ritorno a casa.
Io oggi ho ancora impresso quando Antonio,duecentista fece quel mezzo giro di pista in una velocità unica da farci venire lacrime di commozione…ma i casi dell’ esistenza da quel giorno cambiarono , purtroppo al mio amico lo stacco di testa sul quel filo di lana non riuscì più,gli di presentò un ostacolo difficile da girare in curva,rallentando la sua falcata in faccia alla malattia. In un giorno di prove il male se lo portò via ,dal nuovo al vecchio tempo,più veloce del suo record Pugliese.
Di Claudio Castriotta ❤️