Angelo Riccardi: “Manfredonia Calcio, il sindaco non può restare spettatore”

Angelo Riccardi: “Manfredonia Calcio, il sindaco non può restare spettatore”
Appendo con grande preoccupazione, e non senza amarezza, le parole del Sindaco di Manfredonia, Domenico La Marca, in merito alla paventata uscita di scena del Manfredonia Calcio 1932.
Di fronte alla comunicazione ufficiale della proprietà, che ha ribadito la volontà di vendere il club e la possibilità concreta di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie D, mi sarei aspettato ben altro che una presa d’atto fredda e rassegnata.
Il calcio a Manfredonia non è un semplice affare privato. È storia, passione, identità collettiva. È un bene comune.
Dire che “l’amministrazione non può farsi mediatore fra privati” equivale a lavarsene le mani, abdicando a quel ruolo attivo e propositivo che la cittadinanza si aspetta da un primo cittadino. Il Sindaco non è un notaio degli eventi, ma un promotore di soluzioni.
Auspico che il Sindaco:
– convochi con urgenza un tavolo tra amministrazione, proprietà, tifoseria, imprenditori e associazioni locali; – si attivi per favorire una transizione ordinata del titolo sportivo e un progetto sostenibile;
– esplori ogni strumento utile, anche simbolico, per tenere vivo il calcio a Manfredonia, patrimonio della nostra comunità.
Sarebbe stato inoltre doveroso che, nell’incontro con l’ing. Rotice, il Sindaco – in prima istanza – avesse provato a sostenere e convincere l’attuale proprietà a rivedere la propria posizione, e, in subordine, avesse chiesto con chiarezza di mettere sul tavolo lo stato economico effettivo del club e le condizioni previste per un eventuale passaggio di proprietà. Solo con trasparenza si può costruire una vera opportunità per salvare e rilanciare il Manfredonia Calcio.
La città ha bisogno di una guida, non di una dichiarazione di impotenza. Il silenzio delle istituzioni, in questo momento, pesa più di qualsiasi addio.
Angelo Riccardi