A Manfredonia una sedia rossa in Consiglio Comunale

A Manfredonia una sedia rossa in Consiglio Comunale
Anche il Comune di Manfredonia ha aderito alla proposta della UISP: una sedia rossa in Consiglio Comunale non é solo un simbolo, ma un impegno che inizia proprio presso l’Aula Consiliare.
Tra le storie che ho incrociato nel mio lavoro da assistente sociale, le più forti e che porto con me sono quelle delle donne vittime di violenza o di una situazione di ‘prigionia’, di una relazione distorta.
Le ricordo: ricordo la paura, la difficoltà a denunciare e, spesso, la scelta di tornare a casa, perché non basta solo il coraggio.
Ma quelle donne che somigliavano spesso a piante calpestate a cui hanno tolto la luce, l’acqua, il calore, avevano bisogno di protezione, punti di riferimento, di qualcuno che le incoraggiasse.
Quanto è accaduto a Foggia, poco più di venti giorni fa, ad Hayat Fatine, ci fa capire che il femminicidio è un cancro che va estirpato, combattuto. Il femminicidio è più di un semplice reato. È reato contro l’umanità, contro la dignità, contro la vita stessa e la nostra comunità, che nelle prossime settimane ricorderà Giusy Potenza, con un murales a lei dedicato, ne sa qualcosa.
Purtroppo la violenza contro le donne é presente, in varie forme, nella nostra città. A dirlo é il CAV ( Centro Anti violenza) e le forze di polizia a cui spesso arrivano segnalazioni.
Cosa fare? Sicuramente lavorare sulla sensibilizzazione per far prendere coscienza, indicare vie di uscita.
Ma un invito é rivolto agli adulti, ai genitori. Dobbiamo far sentire ai nostri figli che ci siamo. E solo se siamo attenti potremo cogliere segnali e richieste di aiuto spesso silenziose.
É un impegno importante di noi adulti far capire e testimoniare ai nostri figli che quando due persone si amano non c’è prevalenza dell’ uno sull’ altro. In una relazione sana, due persone migliorano, ma, se una delle due viene assorbita, perde la propria identità, dipende solo ed esclusivamente dall’altro e non si sente più libera, c’é qualcosa che non va. É un amore malato .
Quella sedia tra i banchi del consiglio sarà un nostro impegno.
Quando i ragazzi, le ragazze delle scuole, che spesso vengono a farci visita, mi chiederanno: Sindaco, ma quella sedia di chi é?
Risponderò che quella sedia é di Michela. Da piccola le hanno detto di imparare a fare i servizi a casa per essere una brava moglie e madre.
É di Lucia che, a quindici anni, ha perso la testa per Marco, 25 anni. Lui é bellissimo e lei stravede per lui e, giorno dopo giorno, lei non puó fare a meno di lui che le ha chiesto di non frequentare piu le amiche, di lasciare i suoi hobby, di non uscire senza averlo informato…di rinunciare ai suoi sogni.
Una sera Marco le ha anche chiesto scusa perché , per il troppo bene, le ha mollato pure uno schiaffo.
Quella sedia é di Maria, quarant’anni, con due figli, e suo marito che, quando beve, la picchia, quando é sobrio, le da i soldi per andare a far la spesa. Lei non ce la fa più e vorrebbe fuggire da quell’ inferno.
Quella sedia é di tutti noi, perché non possiamo essere più indifferenti, perché ‘il sentiero della non violenza richiede molto più coraggio della violenza’.
Domenico La Marca – Sindaco di Manfredonia