A Madonne de Siponde: storia di una venerazione millenaria
S. Maria di Siponto, 29, 30 e 31 agosto 1901: “L’edacità del tempo distrusse l’antica Siponto, ma risparmiò un Tempio ed un Simulacro. Essi fermano la gloria della nostra vetusta Città e formano altresì il baluardo in cui troviamo sicuro rifugio da tutti i pericoli che c’insidiano. MARIA vigila sempre sui figli suoi! Per grazia Sua più volte l’indomito colera si dileguò dalla patria nostra: per LEI si arrestano le procelle, per Lei si rendono spesso fertili i nostri campi. MANFREDONIA dunque non verrà mai meno nel culto devoto alla sua Celeste Patrona. Lieti di tanta gloria, sia in quest’anno più solenne il cantico della gratitudine, l’espressione della illimitata nostra fiducia in Lei”.
È emozionante leggere queste parole impregnate di amore e fede in un manifesto di ben 118 anni fa (foto: Manfredonia Ricordi) che annuncia il programma dei festeggiamenti in onore della Madonna di Siponto e, man mano che si avvicinano i giorni in cui celebriamo la nostra Santa Patrona, il pensiero corre indietro nel tempo ad una devozione che si perde nei secoli.
Il quadro dell’icona santa, poiché la tradizione attribuisce direttamente a San Pietro la designazione del primo vescovo di Siponto, San Giustino, pare addirittura sia stato dipinto dall’evangelista Luca quando la Madonna era ancora in vita e quindi nel I secolo. Fu proprio dalla Madonna che San Luca attinse le notizie per il suo Vangelo e allo stesso santo sono attribuiti numerosi quadri raffiguranti la Vergine. Ciò, però, per quanto possa essere un’ipotesi affascinante, pare avere più il sapore di una leggenda.
È invece nel 1050, durante il concilio contro i simoniaci (coloro che nel Medioevo commerciavano beni spirituali, come cariche ecclesiastiche ed indulgenze) tenuto a Siponto da Leone IX, poi divenuto santo, che pare aversi la prima testimonianza della presenza dell’icona nell’antica basilica, che proprio questo papa si soffermò a venerare. Ed infatti il Tavolo della Madonna col Bambino, che si credeva inizialmente risalente al XIII secolo, a seguito di un restauro del 1927 è stato ridatato all’XI secolo, poiché durante i lavori si scoprirono ai margini verticali due fasce ornamentali con finissime figure di santi in stile bizantino risalenti appunto a questo periodo.
Alla venerata icona sono attribuiti nei secoli numerosissimi miracoli. Tra gli ex voto offerti alla Madonna di Siponto la presenza di ben 22 tavole riproducenti incidenti di mare, a testimoniare la devozione dei naviganti. Inizialmente non vi era una data fissa per celebrare la Madonna di Siponto e la ‘sacra tavola’ veniva portata in processione per chiedere grazie varie o per trovare sollievo da lunghi periodi di siccità. Si racconta che dopo la processione, puntualmente, cominciasse a piovere ed addirittura, per tale motivo, veniva ‘chiesta in prestito’ dai vicini paesi.
Ma alla Madonna di Siponto i fedeli si rivolsero soprattutto durante le epidemie di colera che, in diverse ondate, fecero numerosi morti nell’Ottocento. Pare che proprio a seguito di una processione col quadro della Madonna a metà dell’Ottocento, alla fine di un agosto, per chiedere che l’epidemia cessasse, essendo stati i sipontini accontentati, decisero che da lì in poi sarebbe stata quella la data in cui onorare ogni anno l’icona miracolosa, ovvero il 30 di agosto. Ed infatti, nel programma del manifesto del 1901, dove si ricordano varie grazie, tra cui quella che fermò il colera, l’immagine portata in processione viene definita ‘taumaturga’, ovvero miracolosa.
Portata per restauro a Roma nel 1927, poiché rovinata dal tempo e anche da un incendio provocato dai ceri dei fedeli in cattedrale nel 1872, e benedetta in Vaticano da Papa Pio XI, l’icona fu incoronata a Manfredonia il 28 agosto 1955 dal Cardinale Roncalli, Patriarca di Venezia e futuro papa Giovanni XXIII, mentre era arcivescovo di Manfredonia Mons. Andrea Cesarano. Lo storico momento, con il cardinale Roncalli e Mons. Cesarano inchinati ai piedi della sacra icona, è stato immortalato con un dipinto a futura memoria sulla facciata della cattedrale, sopra la statua di papa Giovanni XXIII. Le corone furono realizzate attraverso le offerte d’oro della popolazione e sulla cattedrale vi è anche riportata la famosa frase di Roncalli: “La corona è di oro purissimo come il cuore dei tuoi figli che te la offrono”.
Una curiosità: fino al 1969 insieme alla Madonna di Siponto, durante la festa patronale, venivano portati in processione anche altri due santi patroni della città di Manfredonia, San Lorenzo Majorano e San Filippo Neri. Nelle foto che mi donò anni fa il fotografo Giuseppe Furio, prematuramente scomparso, la testimonianza di quell’ultima processione avvenuta esattamente 50 anni fa. E la vicinanza degli altri due santi patroni alla Madonna di Siponto si trova anche raffigurata in una rara litografia dell’800 (dove vi è anche San Michele Arcangelo la cui statua, che accompagnò in processione la Madonna fino al 1968, pare essere andata smarrita).
A breve, dunque, continuerà a perpetrarsi un’antica tradizione sipontina, in un abbraccio devozionale che vede sfilare in processione circa ventimila fedeli per una festa che richiama in città migliaia di persone, attratte da fede e tradizioni senza tempo. E tantissimi sono i sipontini emigrati che per l’occasione tornano a Manfredonia, attratti da quello sguardo materno che la nostra Madonna, come scrissero il Mastrobuoni e il De Feudis in un opuscolo su Manfredonia del 1964, “anziché verso il Divin Figlio, rivolge ai suoi fedeli, ai quali Ella è del tutto intenta, quasi per raccoglierne i sospiri, i voti, le preghiere, e rassicurarli di quella benedizione celeste, che impartisce Gesù pargoletto con la destra”.
Tre giorni, dal 29 al 31 agosto, quelli dedicata alla Santa Patrona (ai quali si aggiunge un quarto giorno, il primo settembre, per la festa dedicata a Sant’Andrea protettore dei pescatori) durante i quali la città di Manfredonia si ferma per festeggiare la sua mamma amorevole, la Madonne de Siponde, che protegge tutti i manfredoniani, vicini e lontani.
Maria Teresa Valente