Cronaca Italia

Messina, l’autopsia conferma: Stefano Argentino si è tolto la vita

L’assassino di Sara Campanella è deceduto per asfissia nel carcere di Gazzi. Le indagini sono ancora in corso.

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L’autopsia ha confermato che Stefano Argentino si è tolto la vita. L’uomo, condannato per l’omicidio della studentessa Sara Campanella, si è impiccato lo scorso 6 agosto nel bagno della sua cella nel carcere di Gazzi, utilizzando delle lenzuola. Il decesso è stato causato da asfissia e il medico legale Daniela Sapienza, incaricata dell’esame, presenterà entro 90 giorni la relazione alla sostituta procuratrice Annamaria Arena. I funerali si terranno oggi 14 agosto alle 11 nella chiesa del Pantheon, a Noto. Nel frattempo proseguono le indagini coordinate dal procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato, insieme alla magistrata Arena. Per la morte di Argentino risultano essere sette le persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui la direttrice del carcere Angela Sciavicco, la vicedirettrice Roberta Bulone, la responsabile dell’area trattamentale Letizia Vezzosi, Giuseppina Cammaroto, la psicoterapeuta Irene Pagano Dritto, la psichiatra Maria Rosa Magistro Contenta e Guglielmo Cotroneo. Tutti saranno ascoltati come atto di garanzia.

L’azione legale da parte dell’avvocato Cultrera

Secondo la Procura, l’ipotesi di reato al momento contestata è quella di omicidio omissivo doloso, in quanto la presunta condotta negligente avrebbe portato alla morte di Stefano Argentino. Sul tavolo c’è anche la possibilità di una responsabilità civile a carico del Ministero della Giustizia. L’avvocato della famiglia, Giuseppe Cultrera, ha depositato un esposto indirizzato al Garante dei detenuti, Giovanni Stimolo, e alla Garante dei detenuti di Messina, Lucia Risicato. Nel documento viene duramente criticato il “declassamento” del livello di sorveglianza applicato al detenuto, reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella. L’avvocato Cultrera ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riportate da Tempostretto.it:  “Stefano, almeno per quanto da lui riferitomi fino all’utimo colloquio tenutosi lo scorso lunedì, era seguito da quattro psicologi e da uno psichiatra. Ci si chiede come sia possibile che 5 professionisti – non uno ma ben cinque! – non si siano resi conto della evidente e conclamata fragilità mentale del detenuto. Di un detenuto che aveva già preannunciato il suicidio ed era stato trasportato in infermeria per non aver bevuto un solo sorso d’acqua per un periodo superiore a 17 giorni”. A luglio era stato disposto il giudizio immediato per il femminicidio della povera Sara, uccisa il 31 marzo scorso. La prima udienza davanti alla Corte d’Assise di Messina era fissata per il 10 settembre. La giovane studentessa era stata raggiunta da cinque coltellate nei pressi del Policlinico; sarebbe stato Stefano Argentino, collega di università che da tempo nutriva attenzioni ossessive nei suoi confronti, ad aggredirla. Per la Procura di Messina, il ragazzo aveva pianificato l’omicidio con largo anticipo. Il progetto criminale, secondo i magistrati, risalirebbe ad almeno cinque mesi prima del delitto, ovvero all’ottobre precedente. Tra gli elementi raccolti figurano anche ricerche online di coltelli compatibili con le ferite inflitte a Sara Campanella. L’arma utilizzata non è mai stata rinvenuta, ma la lama individuata sul web dall’imputato corrisponde per caratteristiche ai cinque fendenti che hanno ucciso la giovane di Misilmeri. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Messina, sotto la guida del colonnello Lucio Arcidiacono.

Sara Campanella (Fonte: Mediaset Infinity)
Sara Campanella (Fonte: Mediaset Infinity)



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