Riccardi: “Sversamenti a Manfredonia, ultimo capitolo di una vergognosa e lunga sequenza di disastri annunciati”

Riccardi: “Sversamenti a Manfredonia, ultimo capitolo di una vergognosa e lunga sequenza di disastri annunciati”
L’ennesima estate devastata dagli sversamenti fognari ha messo a nudo, ancora una volta, il fallimento gestionale di Acquedotto Pugliese S.p.A. nel garantire i fondamentali di un servizio pubblico essenziale.
Prima l’ordinanza del Sindaco sulla spiaggia di Siponto, poi quella – ancora più drammatica – sul tratto urbano di Manfredonia: la nostra città è stata travolta da reflui, miasmi, liquami in strada e in mare. Una fotografia impietosa, che offende la dignità della nostra comunità, annienta la stagione turistica e compromette l’economia di centinaia di operatori.
Non si tratta di episodi isolati o di imprevisti improvvisi. È l’ultimo capitolo di una vergognosa e lunga sequenza di disastri annunciati: sversamenti su via G. Di Vittorio verso Foggia, su viale Miramare, reflui nei pressi del molo, condotte inadeguate che esplodono a ogni pioggia, ritardi ingiustificabili negli adeguamenti promessi. E ogni anno, puntuale come un incubo, l’estate si apre con nuove emergenze e nuove chiusure delle spiagge.
L’AQP non può più nascondersi. La gestione dell’intero sistema idrico integrato – fognature comprese – è in capo all’azienda, che ne ha la custodia giuridica e materiale. L’art. 2051 del Codice civile è chiaro: chi ha in custodia un bene risponde dei danni che esso provoca. E recenti sentenze hanno riconosciuto tale responsabilità. Le ambiguità non sono più ammissibili. Il tempo del silenzio è finito.
La realtà è sotto gli occhi di tutti: mentre AQP viene celebrata nei convegni come eccellenza nazionale, a Manfredonia ha fallito per oltre un decennio. Gli impianti non reggono i flussi, la rete non è stata adeguata, gli impegni sottoscritti negli anni precedenti sono rimasti sulla carta. Quando ero Sindaco – è giusto ricordarlo – più volte sollecitai AQP a intervenire. Nessun intervento è mai stato realizzato per eliminare i disagi più volte denunciati.
A fronte della gravità dei fatti, sorprende leggere il comunicato stampa con cui AQP prova a minimizzare l’accaduto, scaricando le responsabilità su fattori generici e non meglio precisati, e promettendo interventi futuri che in realtà sono gli stessi già annunciati anni fa – e mai realizzati.
Non possiamo accettare che una società pubblica, lautamente finanziata con fondi comunitari e regionali, e sostenuta quotidianamente dal denaro dei cittadini per la gestione del servizio idrico e fognario, continui a rifugiarsi in dichiarazioni interlocutorie mentre il territorio affonda nella fogna. Non sono stati gli alieni a sversare reflui nel Golfo di Manfredonia: è responsabilità diretta di chi incassa risorse pubbliche per garantire un servizio essenziale e invece lascia una città sotto assedio.
È stata la rete malfunzionante, gestita da AQP.
Sono state le condotte vecchie e inadeguate, promesse da tempo di essere sostituite.
È stato l’immobilismo tecnico e progettuale a generare il disastro.
Le rassicurazioni di AQP – generiche promesse di attenzione, impegni futuri, tavoli tecnici – sono le stesse parole già ascoltate troppe volte in passato, parole che non hanno impedito il disastro ambientale e il danno economico che la città sta vivendo.
Manfredonia non ha bisogno di comunicati tranquillizzanti, ma di interventi immediati, trasparenti e verificabili.
Va invece, senza dubbio ringraziato il Dipartimento Ambientale Provinciale (DAP) di Foggia, in particolare il Responsabile, ing. Giovanni Napolitano, e tutta la sua squadra tecnica che, nonostante le limitate risorse umane, assicurano un controllo costante e prezioso sul territorio.
L’attuale Amministrazione comunale non ha alcuna responsabilità nella gestione fallimentare di questi anni, ma si è vista costretta ad adottare provvedimenti impopolari per tutelare la salute pubblica e la sicurezza ambientale. Ed è con la stessa chiarezza e fermezza che oggi dovrebbe chiamare a raccolta l’intera città: cittadini, imprenditori, gestori degli stabilimenti, associazioni di categoria, ambientaliste e dei consumatori.
È tempo di un’azione legale collettiva, per ottenere:
– il risarcimento dei danni economici diretti;
– il risarcimento per danni d’immagine;
– la tutela dei diritti fondamentali violati da un servizio inefficiente;
– un impegno pubblico e vincolante per la realizzazione degli interventi strutturali necessari.
Altri Comuni hanno già intrapreso azioni simili, ottenendo risultati. Manfredonia non può e non deve restare il fanalino di coda. Basta con le promesse, basta con lo scaricabarile, basta con le stagioni distrutte.
Sul piano degli interventi già programmati, è doveroso oggi chiedersi che fine abbiano fatto le opere fondamentali per la città, tra cui:
I. le opere infrastrutturali realizzate attraverso i Consorzi dei Comparti CA;
II. il collettamento dei reflui delle marine della Riviera Sud al depuratore di Manfredonia;
III. la realizzazione delle reti interne ai villaggi (Ippocampo, Scalo dei Saraceni, Sciale delle Rondinelle e Sciale degli Zingari);
IV. il riutilizzo delle acque reflue civili dell’impianto di depurazione di Manfredonia: un’opera fondamentale per l’agricoltura locale, specie in un contesto di scarsità idrica e di mancanza di servizi da parte del Consorzio di Bonifica della Capitanata.
È da questa consapevolezza che nasce una proposta concreta e di prospettiva, pensata per guardare oltre le emergenze e per costruire, finalmente, un futuro stabile e sicuro per la nostra rete idrico-fognaria. Una proposta che si concentra sulla zona alta dell’abitato, un’area in continua espansione urbanistica e abitativa, ma ancora gravemente penalizzata dall’assenza di servizi essenziali.
Una proposta che preveda:
– la realizzazione di un nuovo grande serbatoio idrico, pensato per garantire l’approvvigionamento regolare d’acqua a tutta l’area urbana e produttiva. Questo intervento serve ad assicurare stabilità alla rete anche nei periodi di maggiore consumo, evitando interruzioni e abbassamenti di pressione;
– il completamento e l’adeguamento della rete fognaria, con nuove condotte e impianti di sollevamento che consentano di convogliare correttamente le acque reflue verso il depuratore, senza più sversamenti o situazioni critiche lungo le strade;
– la razionalizzazione dell’intero sistema idrico, con la suddivisione in due settori funzionali (zona alta e zona bassa), per migliorare il controllo, la manutenzione e l’efficienza della rete;
– Infrastrutture idriche e fognarie da realizzare per i nuovi insediamenti turistico-alberghieri e di quelli esistenti commerciali, produttivi e residenziali. Comparti D2, D4E, D7E, in prossimità della Strada Provinciale 58 Manfredonia-San Giovanni Rotondo.
Una proposta che guarda avanti, che intende chiudere una volta per tutte la stagione delle emergenze e inaugurare un modello di gestione moderna, trasparente e rispettosa del territorio.
L’obiettivo non è solo risolvere i problemi attuali, ma costruire una rete idrica e fognaria adeguata al futuro della città, in grado di sostenere lo sviluppo turistico, abitativo, produttivo e ambientale.
La realizzazione di questi interventi rappresenta una svolta possibile, ma solo se tutti – cittadini, istituzioni e gestori – si assumono le proprie responsabilità e lavorano in modo coordinato. Manfredonia ha diritto a infrastrutture efficienti. Ha diritto a un’estate serena. Ha diritto a un servizio pubblico all’altezza.
E per rendere le nostre acque del mare ancora più sicure, serve avviare un Contratto di Fiume per il bacino del Candelaro, strumento partecipativo riconosciuto a livello nazionale e regionale, volto a promuovere la riqualificazione dei corsi d’acqua attraverso l’integrazione tra tutela ambientale, sviluppo territoriale e gestione condivisa delle risorse.
Il bacino del Candelaro incide profondamente sugli equilibri idrogeologici e ambientali del territorio manfredoniano. La sua fragilità, aggravata da decenni di abbandono e scarichi incontrollati, richiede una visione organica, capace di unire comuni rivieraschi, enti regionali, consorzi di bonifica, aziende agricole e cittadini in un processo concertato e strutturale.
La verità è che non servono nuovi tavoli astratti o procedure complesse, ma piuttosto affidarsi da subito a tecnici ed esperti del settore, vista l’impossibilità di ricercare all’interno risorse specifiche e avendo oggi a disposizione i fondi necessari per affidamenti esterni. Professionisti capaci di:
– accompagnare con rigore e competenza l’Amministrazione comunale nella pianificazione degli interventi davvero necessari;
– suggerire e perfezionare soluzioni concrete e sostenibili;
– seguire quotidianamente l’evoluzione degli impegni assunti da AIP (Autorità Idrica Pugliese) e AQP, verificandone lo stato di attuazione, le criticità e gli eventuali ritardi.
La città ha bisogno di trasparenza, ma anche di un supporto tecnico autorevole, che sappia coniugare visione strategica e operatività quotidiana.
Manfredonia non può permettersi altri anni di attesa. La parola d’ordine oggi non è “concertare”, ma agire con competenza.
Questa proposta è il mio umile contributo per voltare pagina.
Angelo Riccardi
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia dal 14 novembre 2011 nell’elenco dei Pubblicisti n. 145000