Tutto il cartellone 2024/25 del Teatro Giordano di Foggia
Tutto il cartellone 2024/25 del Teatro Giordano di Foggia
CITTÀ DI FOGGIA – TEATRO PUBBLICO PUGLIESE – TEATRO GIORDANO
Stagione teatrale 2024-2025
12 novembre 2024 – FUORI ABBONAMENTO
International Music and Arts
Massimo Lopez, Tullio Solenghi
DOVE ERAVAMO RIMASTI
spettacolo di arti varie scritto da Massimo Lopez e Tullio Solenghi
con la collaborazione di Giorgio Cappozzo
con la JAZZ COMPANY diretta dal M° Gabriele Comeglio
La sensazione più esaltante del nostro ultimo spettacolo, “Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show” è stata quella di avere di fronte a noi ogni sera non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata, dei veri e propri parenti che hanno condiviso alcuni momenti della nostra avventura scenica con frammenti della loro vita. Ecco perché abbiamo voluto ripartire proprio da qui, non a caso l’abbiamo battezzato “Dove eravamo rimasti”. Questo nostro nuovo spettacolo proporrà numeri/sketch/brani musicali/contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo ed il confronto Mattarella/ Papa Bergoglio, inseriti nella nostra ormai collaudata dimensione dello Show. Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici, la famiglia allargata di cui sopra, che collegherà i vari momenti di spettacolo. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta con noi sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale. L’intento è quello di stupire ed emozionare ancora una volta quei meravigliosi “parenti” seduti giù in platea.
7- 8 dicembre 2024
Gitiesse Artisti Riuniti / Teatro della Toscana- Teatro Nazionale / United Artists
Geppy Gleijeses
IL FU MATTIA PASCAL
dal romanzo di Luigi Pirandello
libero adattamento di Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses
con la partecipazione di Marilù Prati
e con Nicola Di Pinto, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Totò Onnis, Ciro Capano, Francesco Cordella, Teo Guarin, Davide Montalbano, Francesca Iasi.
aiuto regia Davide Montalbano
scenografia e luci Gianni Carluccio / costumi Chiara Donato / musiche Andrea Rocca / contributi video Luca Condorelli – Vertov
regia MARCO TULLIO GIORDANA
Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale e che, in continuità con Wilde, Dostojevski, Stevenson e contemporaneamente a Conrad, Freud, Kafka, farà dilagare nella letteratura del Novecento il tema del Doppio, del Doppelgänger, in modo così invadente da spazientire Nabokov che lo considerava «di una noia mortale». In realtà nel romanzo seminale di Pirandello le vicissitudini di Mattia Pascal e del suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia: tanti sono i colpi di scena, e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del “secolo breve”. Marco Tullio Giordana
14 – 15 gennaio 2025
Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana
Filippo Timi
AMLETO²
e con (in o.a.) Elena Lietti, Lucia Mascino, Marina Rocco
e Gabriele Brunelli
uno spettacolo di FILIPPO TIMI
Filippo Timi presenta una nuova edizione del suo Amleto, una rilettura dove ogni gesto o parola diventa gioco e voce personale, provocazione intelligente. Timi prende il testo shakespeariano e lo stravolge, rovescia passioni e personaggi nella stessa gabbia da circo all’interno della quale si svolge questo elogio della follia. Il suo è un Amleto annoiato, che non ha più voglia di interpretare la solita solfa familiare, non ha più voglia di amare Ofelia, non ha più voglia di niente. Invano voci fuori campo lo richiamano al suo destino. Quasi un leone in gabbia, il principe, un po’ bambino viziato, un po’ vate visionario, si aggira in mezzo ad una festa luttuosa. Intorno a lui, personaggi direttamente scaturiti dalla sua mente folle.
Per Filippo Timi è proprio Amleto ad aprire quel varco pericoloso per cui i morti esigono qualcosa dai vivi, quando gli amori mancati o passati fanno a pezzi quelli attuali, quando si vede la purezza sprofondare senza testimoni. Di fronte alla realtà, di fronte a certi irrimediabili eventi, il cuore e il cervello impazziscono, hanno bisogno di trovare fughe per non soffrire. Ridere è la risposta della coscienza alla tragedia? Ridere il pianto. Ridere la morte. Ridere l’abbandono. Ridere il tradimento. Ridere la follia.
Un Amleto spiazzante, comico, furibondo, folle e colorato.
25 -26 gennaio 2025
Enfiteatro / Teatro Nazionale Genova
Angela Finocchiaro, Bruno Stori
IL CALAMARO GIGANTE
dal romanzo Il calamaro gigante di Fabio Genovesi
adattamento Fabio Genovesi, Angela Finocchiaro, Bruno Stori
con Gennaro Apicella, Silvia Biancalana, Marco Buldrassi, Simone Cammarata, Sofia Galvan,
Stefania Menestrina, Caterina Montanari, Francesca Santamaria Amato
scene e costumi Anna Varaldo
disegno luci Gaetano La Mela
video Willow Production (regia Niccolò Donatini) e Robin Studio
ideazione creature marine Alessandro Baronio
costumi sartoria Teatrale Nanina
musiche Rocco Tanica e Diego Maggi
regia CARLO SCIACCALUGA
La vita di Angela è assurda e incomprensibile come quella di ognuno di noi.
Da ragazza tanti sogni e passioni le facevano battere il cuore, ma i binari rigidi della famiglia e della società l’hanno portata a una situazione che è come un boccone amaro incastrato in gola, e non va né su né giù.
All’improvviso un’onda stravolge la sua vita.
In un vortice fuori dal mondo e dallo spazio, dove si ritrova a girare insieme a Montfort, che arriva da un’altra nazione e un altro secolo, e in comune hanno solo di non sapere come sono finiti lì.
Così inizia il loro viaggio, che onda dopo onda li sbatterà a vivere le avventure di donne e uomini che invece hanno avuto il coraggio di abbracciare il mare e la vita come un’unica, strabiliante meraviglia.
E se nel mondo esiste il calamaro gigante, allora non c’è più un sogno che sia irrealizzabile, una battaglia inaffrontabile, un amore impossibile.
1-2 febbraio 2025
Teatro del Loto /Teatri Molisani
Domenico Iannacone
CHE CI FACCIO QUI IN SCENA
di e con DOMENICO IANNACONE
musiche live Francesco Santalucia
installazioni video Raffaele Fiorella
coordinamento tecnico Eva Sabelli
coordinamento artistico Stefano Sabelli
Le storie più straordinarie sono quelle che ci passano a fianco senza che ce ne accorgiamo.
Il racconto televisivo neorealistico di Domenico Iannacone si cala nel teatro di narrazione e trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Il palcoscenico diventa luogo ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare.
Iannacone prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a condividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato.
Il teatro di narrazione diventa così teatro civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, le parole dilatano la nostra percezione emotiva e ci permettono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese.
11- 12 febbraio 2025
Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Goldenart Production
Alessandro Haber
LA COSCIENZA DI ZENO
di Italo Svevo
con Alberto Fasoli, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo
adattamento Monica Codena e Paolo Valerio
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi /musiche Oragravity
video Alessandro Papa /movimenti di scena Monica Codena
regia PAOLO VALERIO
Capolavoro della letteratura del Novecento, romanzo antesignano di respiro potentemente europeo, ironico e di affascinante complessità, La coscienza di Zeno celebra nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione. La coscienza di Zeno possiede anche una propria vivace teatralità, per la sperimentazione di una scrittura innovativa e per il suo essere dominata dalla coinvolgente, complessa e attualissima figura di Zeno Cosini. Il romanzo infatti sgorga dagli appunti del protagonista che si sottopone alle cure dello psicanalista Dottor S cercando, per quella via, di risolvere il suo mal di vivere, la sua nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con il mondo e con la realtà. Il suo percepirsi inetto e malato, ed i suoi ostinati – ma mai del tutto convinti – tentativi di cambiare e guarire, portano Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando sorprendentemente quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour e di verità, e ad illuminazioni che possiedono una forza che ancora ci scuote.
25-26 febbraio 2025
Teatro di Napoli – Teatro Bellini / Teatro Biondo Palermo / Emilia Romagna Teatro ERT
Natalino Balasso, Michele Di Mauro
LA GRANDE MAGIA
e con (in o/a) Veronica D’Elia, Gennaro Di Biase, Christian di Domenico, Maria Laila Fernandez,
Alessio Piazza, Manuel Severino, Sabrina Scuccimarra, Alice Spisa, Anna Rita Vitolo
scene Roberto Crea / luci Pasquale Mari / costumi Giuseppe Avallone
musiche e progetto sonoro Antonio Della Ragione
regia GABRIELE RUSSO
Calogero Di Spelta, marito tradito, con la sua mania per il controllo e la sua incapacità di
amare e fidarsi, diventa uno specchio delle sfide e delle difficoltà dell’uomo contemporaneo
nell’ambito delle relazioni. Ne risulta un uomo con la costante esigenza di aggrapparsi a certezze granitiche, a costo di rinchiuderle simbolicamente in una scatola: il luogo sicuro. Dall’altro lato, Otto Marvuglia, mago e manipolatore, dalle facce sempre diverse ed interscambiabili che modificano il contesto e la percezione della realtà. Smarriti i personaggi, smarriti gli spettatori, smarriti gli uomini e le donne di oggi, smarriti
nelle relazioni, smarriti nel continuo fondersi del vero e del falso. Cosa è vero? Cosa è falso?
15- 16 marzo 2025
Equilibrio Dinamico /ArtGarage / Resextensa – Porta D’Oriente Centro Nazionale di Produzione della Danza
Equilibrio Dinamico Dance Company
LA SAGRA DELLA PRIMAVERA, Il rituale del ritorno.
coreografia ROBERTA FERRARA
dramaturg e assistente alla coreografia Pompea Santoro
danzatori Equilibrio Dinamico Dance Company
musiche:
Igor Stravinsky // Le sacre du printemps (1913)
Benedetto Boccuzzi // Electronic Augmentations to Stravinsky’s Rite of Spring (2023)
Disegno luci Francesco Ricco
Effetti visivi: Stefano Sasso
costumi Franco Colamorea
con il supporto di: Ministero della Cultura, Teatro Pubblico Pugliese e Comune di Bari
Un classico intramontabile della danza in uno spettacolo che unisce tradizione e sperimentazione. A partire dal genio di Igor Stravinskij, la coreografa Roberta Ferrara dà vita ad una reinterpretazione della celebre opera dove i quadri non rappresentano più il sacrificio della vergine alla divinità ma una comunità utopica che abbraccia il principio di uguaglianza e convivenza armoniosa, pronta a sacrificarsi per un bene comune, un’adorazione collettiva in nome di ideali, una morte che prepara ad una rinascita sconosciuta. Affascinata da sempre dalle forme rituali, la coreografa Roberta Ferrara intravede nelle ritualità il valore del gesto, del tempo, della cura intesa come condivisione, della collettività che si raduna. II compositore Benedetto Boccuzzi attraversa la partitura stravinskiana con l’elettronica, trasponendola in un nuovo spazio aumentato e multidimensionale. Una creazione dove si raccolgono energie primordiali, viscerali e sublimazioni pagane attraverso una scrittura coreografica corale ridisegnata sui corpi dei dieci danzatori. Un manifesto, dove ancora è possibile credere al miracolo che qualcosa di meraviglioso possa fiorire.
29-30 marzo 2025
Goldenart Production / AGIDI
Ambra Angiolini
OLIVA DENARO
dal romanzo di Viola Ardone
drammaturgia Giorgio Gallione
in collaborazione con Ambra Angiolini
scene e costumi Guido Fiorato /disegno luci Marco Filibeck
musiche a cura di Paolo Silvestri
regia GIORGIO GALLIONE
C’è una storia vera e c’è un romanzo. La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Il romanzo prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. Lo spettacolo parla di Oliva che, ormai adulta, narra la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore soprattutto perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso.
Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa. Ma Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna.
5- 6 aprile 2025
Teatri Di Bari
ANFITRIONE
con Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Francesco Petruzzelli, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore
musiche M° Michele Jamil Marzella eseguite dal vivo da M° Francesco Ludovico
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
coreografia Elisabetta Di Terlizzi
costumi Teresa Ludovico e Cristina Bari
collaborazione letteraria Lucia Pasetti
regia TERESA LUDOVICO
Chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono! Queste sono alcune delle domande che tormentano sia i protagonisti dell’Anfitrione, scritto da Plauto più di 2000 anni fa, che molti di noi oggi. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’io, la perdita dell’essere garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita tragicommedia, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In essa il sommo Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme animali, vegetali, naturali, decide, per la prima volta, di camuffarsi da uomo. Assume le sembianze di Anfitrione, lontano da casa, per potersi accoppiare con sua moglie, la bella Alcmena, e generare con lei il semidio Ercole. Giove-Anfitrione durante la notte d’amore, lunga come tre notti, racconta ad Alcmena, come se li avesse vissuti personalmente, episodi del viaggio di Anfitrione. Durante il racconto il dio provò, per la prima volta, un’ilarità che poi si premurò di lasciare in dono agli uomini. “Abbandonato il regno delle metamorfosi, si entrava in quello della contraffazione” Incipit Comoedia (R. Calasso). “Aprite gli occhi spettatori, ne vale la pena: Giove e Mercurio fanno la commedia, qui” (Plauto). Da quel momento nelle rappresentazioni teatrali il comico e il tremendo avrebbero convissuto e avrebbero specchiato le nostre vite mortali e imperfette. Dopo Plauto in tanti hanno riscritto l’Anfitrione e ciascuno l’ha fatto cercando di ascoltare gli stimoli e le inquietudini del proprio tempo. Ho provato a farlo anch’io. Teresa Ludovico
23 – 24 aprile 2025
La Pirandelliana
Flavio Insinna, Giulia Fiume
GENTE DI FACILI COSTUMI
di Nino Marino e Nino Manfredi
scene Luigi Ferrigno / costumi Giuseppina Maurizi / musiche Paolo Vivaldi / disegno Luci Antonio Molinaro regia LUCA MANFREDI
Andato in scena per la prima volta nel 1988, con lo stesso Nino Manfredi nei panni del protagonista, questo testo è considerato ancora oggi uno dei più eclatanti apparso sulle scene teatrali italiane negli ultimi decenni. Protagonisti della pièce sono Anna – nome d’arte “Principessa” – una prostituta disordinata e rumorosa che sogna di diventare “giostraia” e Ugo, l’inquilino del piano di sotto, un intellettuale che vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema ma che sogna di fare film d’arte. La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina che tornando a notte fonda e accendendo il giradischi l’ha svegliato e lei, per la confusione, lascia aperto il rubinetto dell’acqua della vasca allagando irrimediabilmente l’appartamento di lui. Ugo sarà costretto quindi, anche a causa di uno sfratto, a trovare rifugio dalla “Principessa”. Con questa convivenza forzata inizia un confronto/scontro costellato di incidenti e incomprensioni, ma anche un curioso sodalizio, dove ciascuno condivide con l’altro ciò che ha. Le reciproche posizioni vanno mano a mano ammorbidendosi perché diventa chiaro che ad incontrarsi non sono state solo due vite agli antipodi, ma soprattutto due sogni all’apparenza irrealizzabili. Dall’incontro tra Anna e Ugo nasce un turbine di disastri, malintesi, ilarità e malinconie pienamente in sintonia con l’immagine che il loro autore, Nino Manfredi, ha lasciato nel ricordo di ognuno di noi.