Stupro di Piacenza. La vittima: “Mi hanno riconosciuta dal video”. La Meloni non si scusa

Una tragedia nella tragedia sta vivendo una donna. Prima lo stupro, avvenuto domenica a Piacenza, poi la pubblicazione su alcuni profili social e alcuni organi d’informazione del video di quello stupro. Dopo le polemiche delle scorse ore, ieri la donna violentata ha parlato ai pm. Ha visto quel video e, secondo le sue ricostruzioni, in molti l’hanno riconosciuta.
“Ho visto anche io quelle immagini”, ha detto davanti al procuratore Grazia Pradella e al pm Ornella Chicca. “Sono sotto choc, disperata, mi hanno riconosciuta dal video. Vi chiedo di cancellare al più presto quel video e di punire chi l’ha fatto circolare”. Gli investigatori, dopo la pubblicazione di quel video, comparso anche sui social network di Giorgia Meloni, stanno ipotizzando il reato di divulgazione delle generalità e dell’immagine di una persona vittima di violenza sessuale. La leader di Fratelli d’Italia, dal canto suo, respinge le accuse. Mentre tutto il mondo critica questa sua diffusione social, la Meloni ha dichiarato: “Non ho ragione di scusarmi, se non per avere espresso solidarietà, pubblicando un video totalmente oscurato e che era stato diffuso da un giornale”.
La sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, è sulla sponda opposta. Il comune si costituirà parte civile. “Ho ricevuto anche io quel link ma non l’ho neppure aperto. Non voglio demonizzare nessuno, ma è triste la politica che scade nell’utilizzo delle disgrazie altrui ai fini della campagna elettorale: significa solo entrare in una tragedia senza alcuno scopo nobile. E questo è inaccettabile. Parlo da essere umano, prima ancora che da sindaca”.
Gli investigatori in queste ore stanno anche ascoltando l’uomo che ha ripreso la scena dello stupro. È un mistero come sia circolato il filmato. L’uomo, infatti, ha dichiarato di aver prima chiamato la questura e, nel frattempo, ha ripreso tutto quello che accadeva con il suo cellulare, per “consegnare una prova utile alla polizia”. Sulla diffusione non si sa ancora nulla: gli investigatori, nel frattempo, hanno disposto sequestri in alcune redazioni delle testate che hanno pubblicato il filmato, a partire da Libero. I social, invece, hanno già rimosso le immagini incriminate.