Attualità Manfredonia

Riccardi: “Sta bruciando l’anima del nostro territorio. Ma dove erano i controlli?”

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Riccardi: “Sta bruciando l’anima del nostro territorio. Ma dove erano i controlli?”

Oggi è un giorno di dolore e rabbia. Dalle prime ore del pomeriggio, fiamme altissime e una colonna di fumo nero si alzano dal cuore dell’Oasi Lago Salso, area naturalistica tra le più importanti d’Europa. Stiamo assistendo impotenti al rogo di un patrimonio unico, frutto di anni di tutela, di lotte ambientaliste, di progetti europei, di lavoro instancabile di ricercatori, volontari, agricoltori e cittadini.

Brucia la biodiversità. Bruciano nidi, aironi, fenicotteri, falchi di palude, cicogne. Brucia un pezzo di futuro.

L’Oasi si estende per oltre mille ettari nel cuore del Tavoliere, tra il mare e i terreni agricoli, dove il Candelaro incontra il lago Salso. È Zona di Protezione Speciale e Sito di Interesse Comunitario. Un’area di sosta cruciale per gli uccelli migratori tra Africa ed Europa. Un esempio raro di equilibrio tra uomo e natura. E ora, è tutto in fumo.

Non è un incendio qualunque. Le modalità lasciano pochi dubbi: sembra doloso. Un gesto criminale, vigliacco, che colpisce il simbolo stesso di una terra che prova, tra mille difficoltà, a costruire un futuro sostenibile. Chi ha appiccato il fuoco, se sarà confermato, ha colpito l’intera comunità, ha tradito la bellezza, ha distrutto vite, ha violato un bene comune.

Ci chiediamo: dov’erano i controlli? Perché non c’erano mezzi aerei pronti? Come è possibile che un luogo così sensibile non sia presidiato in giornate di caldo estremo e vento forte? E dove sono finiti i progetti promessi, le bonifiche annunciate, la valorizzazione sbandierata in ogni convegno?

Ora servono risposte, indagini, nomi e responsabilità. Ma serve anche di più. Serve una mobilitazione civica. Serve una nuova resistenza ecologica.

L’Oasi Lago Salso non è “solo” un’area umida. È un simbolo di speranza, di biodiversità, di armonia tra natura e comunità. Ed è proprio da qui che deve ripartire il riscatto della nostra terra.
Se qualcuno ha pensato di spegnere con le fiamme la forza del nostro impegno, si sbaglia. La nostra rabbia sarà seme. La nostra indignazione sarà radice. E il nostro amore per questo territorio sarà più forte del fuoco.

Non lasciamo che il silenzio copra il crepitare delle fiamme. Facciamoci sentire.

Angelo Riccardi
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia dal 14 novembre 2011 nell’elenco dei Pubblicisti n. 145000

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