Renzi perde la causa contro “La Verità”. La giudice: “Renzi vorrebbe impedire al libero giornalismo di informare”
Nuova sconfitta legale per Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio, ora senatore di Italia Viva e direttore del quotidiano “Il Riformista”. Renzi ha perso una causa civile contro il quotidiano “La Verità” di Maurizio Belpietro. Il senatore aveva querelato il giornale per un articolo a firma di Giacomo Amadori. La richiesta, secondo la sentenza del giudice Susanna Zanda, è infondata e, dunque, Renzi ora sarà costretto a pagare 38mila euro di spese processuali. Renzi, che aveva querelato il giornalista per un suo pezzo sulla sua personalità politica, è stato sconfitto perché – come scrive Zanda – “si può concludere che l’attributo bullo quand’anche ripetuto diffusamente impiegato verso uno stesso uomo politico non può essere considerato come diffamatorio”.
Sempre secondo Zanda, infatti, “è di interesse pubblico sapere che per esempio i genitori o i fratelli del cognato di un uomo che abbia la gestione della cosa pubblica siamo indagati per reati come quelli descritti negli articoli di cui si duole”. Renzi, secondo Zanda, “fondamentalmente vorrebbe impedire al libero giornalismo di informare la popolazione di questi fatti, solamente perché egli non era iscritto nel registro degli indagati”.
Anche sulle somme richieste, la giudice Zanda ha criticato il senatore di Italia Viva. Come già successo in passato per una causa contro Travaglio, Zanda ha ritenuto eccessiva la richiesta di risarcimento di 2 milioni di euro. “Quasi sette volte il pretium doloris della perdita di un figlio, secondo le tabelle milanesi per il danno parentale. Il massimo che ordinariamente si potrebbe richiedere per diffamazione è la somma di 50.000 euro”.
Renzi non è nuovo alla continua (e reiterata) sequenza di querele contro giornalisti. L’ultima, in ordine di tempo, è quella annunciata contro Bianca Berlinguer, ex direttrice del Tg3 che, in un’intervista, aveva dichiarato di aver subito da Renzi pressioni sguaiate per confezionare servizi contro i 5 stelle e contro Bersani. In attesa che la querela arrivi in tribunale, la giudice Zanda – proprio nella sentenza riguardante la querela a Travaglio – aveva scritto che Renzi “usa il tribunale civile come una sorta di bancomat dal quale attingere somme per il proprio sostentamento, anche quando lo si coinvolge senza alcun fondamento”.