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Renzi: “La faida a destra finirà a tarallucci e vino”. Poi l’avvertimento: “Se saltano, noi siamo pronti”

Domenico La Marca
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Tutti hanno pensato a lui quando Ignazio La Russa ha raggiunto i voti necessari per occupare lo scranno più alto di Palazzo Madama. In molti hanno pensato a Matteo Renzi, il leader di Italia Viva, maestro indiscutibile nelle tattiche parlamentari. Anche Berlusconi, in alcuni fuori scena, ha puntato il dito contro Renzi: “sono stati i renziani a soccorrere la maggioranza di governo per l’elezione di La Russa”.

Il diretto interessato ha smentito più volte, ma questa mattina sul quotidiano La Stampa – intervistato da Carlo Bertini – l’ex premier si è lasciato andare a una considerazione di più. “Abbiamo votato scheda bianca. Basterebbe la matematica per dimostrarlo: La Russa ha avuto 17 voti in più. Gli unici gruppi delle opposizioni che hanno più di dieci senatori sono Cinque Stelle e Pd. Punto. Ma la seguo sulla risposta televisiva. Io ho impiegato cinque secondi per entrare, girarmi sul banco, piegare la scheda e uscire con la massima calma depositando la scheda nell’urna. I miei cinque secondi sono la metà di quelli utilizzati dai senatori grillini: se bastano i secondi spesi nel catafalco, diamo la colpa a loro?”. 

Per Renzi il tempo non dimostra nulla, anzi. “Io se faccio una operazione politica – e ho già dimostrato di poterne fare di ben più pesanti – la rivendico, a viso aperto. Noi non abbiamo votato Ignazio La Russa, ma il punto politico non è chi lo abbia votato, ma chi non lo ha votato. E questa è la vera notizia. Immagino che Meloni non vorrà al governo nessun senatore di Forza Italia, ribelle, adesso”. 

Per Renzi, che allontana da sé tutte le possibili opzioni di collaborazione nel voto di giovedì, questa maggioranza è ballerina, ma reggerà. “Berlusconi definisce Giorgia Meloni supponente, prepotente, arrogante. Se fosse coerente dovrebbe impedire la nascita del governo. Ma finirà a tarallucci e vino, vedrà. Troppo forte il richiamo del potere”.

Poi l’avvertimento a Meloni. Alla domanda se già si prepara a gestire il post-Meloni, Renzi risponde. “Diciamo che questa è diventata la mia specialità negli ultimi anni. Ma prima di costruire l’alternativa, almeno, vediamo come parte. All’inizio saranno rose e fiori. Poi arriverà sua maestà la realtà. E davanti alla realtà della vita quotidiana i populisti devono scegliere tra slogan e politica”. 

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