Gossip

Re Carlo prepara una sorpresa per Emmanuel e Brigitte Macron

Un tripudio di lusso e sfarzo al Castello di Windsor: Re Carlo accoglie i Macron tra corone scintillanti, piatti d’oro e inchini reali.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

È il momento più atteso, quello che ogni visita di Stato sigilla con sfarzo e diplomazia: il banchetto di gala. E Re Carlo III non ha deluso le aspettative. Nella sontuosa St. George’s Hall del Castello di Windsor, tra candelabri di cristallo, tradizione millenaria e un’etichetta che profuma di storia, il sovrano britannico ha accolto con tutti gli onori Emmanuel Macron e la première dame Brigitte, protagonisti indiscussi di una serata da manuale. Il dress code? Rigorosamente white tie per gli uomini, tiare e gioielli reali per le signore. Un trionfo di protocolli, simboli e charme monarchico, che ha trasformato la cena in un palcoscenico perfetto di eleganza e potere.

Re Carlo: come ha accolto i coniugi Macron?

Buckingham Palace è off-limits, ma Re Carlo non sembra affatto dispiaciuto. Il figlio di Elisabetta II è stato infatti costretto a rinunciare alla storica sede londinese per via dei lunghi lavori di ristrutturazione. Ha quindi dovuto trasferire con disinvoltura — e forse con un pizzico di sollievo — il fulcro della diplomazia reale al Castello di Windsor, dove ha accolto il presidente francese Emmanuel Macron e la Première Dame Brigitte per un sontuoso banchetto di Stato. Una soluzione di ripiego solo sulla carta. In realtà, Carlo non ha mai avuto un grande amore per Buckingham Palace: freddo, impersonale, lontano dalle sue abitudini. Anche quando i restauri saranno ultimati, non cambierà idea. Clarence House, dove vive tuttora, resterà la sua residenza principale. E Windsor? Una cornice degna di un romanzo storico. La St. George’s Hall, illuminata da scintillanti candelabri e impreziosita da secoli di storia monarchica, si è trasformata in una scenografia perfetta per accogliere i Macron. Come informa DiLei, sono stati circa 150 gli invitati, selezionatissimi tra l’élite britannica, seduti attorno a tavole imbandite con cristalli, argenti e porcellane reali. Un rito senza tempo, tra brindisi, inchini e discorsi solenni pronunciati dal re e dal presidente francese. Il gala è stato pensato con un obiettivo preciso: sancire il rilancio di un’antica alleanza, rilettura moderna della storica Entente Cordiale del 1904. Sullo sfondo, il tentativo di rinsaldare i rapporti tra Regno Unito e Unione Europea, dopo le frizioni dell’era Tory, ora che il governo laburista di Keir Starmer ha avviato un processo di “reset” diplomatico. Una distensione che non rimette in discussione la Brexit, ma ne mitiga gli effetti pratici: Macron ha parlato di una scelta “profondamente incresciosa, ma da rispettare”. L’intesa, dunque, guarda avanti: non si tratta di tornare indietro, ma di aprire nuove strade di cooperazione. Un’urgenza imposta dal presente, segnato da tensioni internazionali, crisi militari, sfide geopolitiche e dalla crescente pressione di attori che minano l’ordine globale. Il tutto, in uno scenario in cui anche le minacce legate alla proliferazione nucleare tornano a farsi sentire.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]