Storia

“Non dimentichiamo mai i campi dell’orrore”

I giorni erano tutti orrendi , di sangue sparso tra le mura scoloriti di polvere e ruggine – uguali al grigio stagno come luce – rappresentavano l’nferno in terra, i riti e le crudeltà tedesche e fasciste.I Campi di Concentramento in Polonia – come la storia raccontata, dal grande 

Primo Levi … segnato per sempre nella mente ; come tanta povera gente innocente – quest’ultimo ,scrisse: “se questo è un uomo“. L’uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore.

Chi ha vissuto la guerra ,ha visto solo passare l’anima appesa ai grappoli di rami geliti di metallo , tra quella schifosa neve degli incubi , fuori da ogni esistenza, inferni solo… negli inverni mostruosi -venduti al diavolo; ditemi : se questo non era macello umano . Difficile immaginare ,per chi non l’ha vissuta in prima persona, la tremenda
distruzione … di ogni affetto e bene sulla terra: questa bestia denominata guerra.

Mi raccontava spesso il caro babbo, della bruttura e della perdizione dell’anima, del corpo e della mente. Mi diceva: “Vagavo a volte per interi giorni, senza saper nè cosa facessi nè dove mi trovassi, uno strano stato di confusione, tra palazzi crollati e corpi ammazzati di fianco. Ecco caro figlio, cosa abbiamo vissuto in quel tremendo infernale abisso profondo – che non aveva fondo, non terminava mai . senza avere la possibilità del risalire, sbattuti sui vagoni come animali marchiati ,in quei buoi interminabili – dove gli esseri umani, erano bersagli ,poltiglie smagrite dal dolore segnate ,con le mani ossute strisciate sui lurudi muri della voce fievole, come radice non più fiorite … ” – DAGLI STERMINI…BESTIALI FUORI DA

OGNI RAGIONAMENTO UMANO.Che di umano non aveva niente – ma solo sangue ,che ha bagnato e lavato la terra, dive passavano corpi scheletri in ogni luogo di perdizione – e di sfregi… perciò  ” NON DIMENTICHIAMO MAI I CAMPI DELL’ORRORE” .

di Claudio Castriotta 

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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