Politica Italia

Marattin (Italia Viva) contro il reddito di cittadinanza. Libero contro il Sud: “voto di scambio grillino”

Il reddito di cittadinanza è stato uno dei grandi temi della campagna elettorale. Dopo il voto del 25 settembre, è ancora la misura molto voluta dal M5S a suscitare polemiche. In attesa di capire come verrà modificata dal Governo di centro-destra, sui social e sui giornali si parla dell’influenza del reddito di cittadinanza sul voto di domenica. Un intervento che ha fatto molto discutere è stato quello di Luigi Marattin, appena rieletto come deputato con Italia Viva di Matteo Renzi, che ha pubblicato su Twitter un grafico che suggerisce – senza troppi giri di parole – che il M5S è il primo partito al Sud solo grazie ai voti dei percettori del reddito di cittadinanza. 

Il grafico, consigliato anche da Matteo Renzi nella sua odierna newsletter, è stato ripreso in maniera polemica anche dal quotidiano di centro-destra, Libero, che oggi titolava: “voto di scambio grillino”. Secondo molti analisti, però, la riflessione (e il grafico) di Marattin sono sbagliati. È sbagliato il grafico e, secondo più osservatori, è abbastanza illegittima l’accusa. Quello che contesta Marattin è alla base della politica, sottolinea il sito online Il Post: “Marattin presenta come qualcosa di disdicevole un fenomeno normalissimo e alla base della politica: e cioè che le persone votino per chi ritengono rappresenti al meglio i loro interessi e possa migliorare le loro condizioni economiche”. 

La misura è stata sicuramente molto importante per l’affermazione del MoVimento 5 Stelle, come si può affermare la proposta di una flat-tax abbia fatto aumentare il consenso dei partiti di centro-destra, soprattutto nelle zone produttive del Nord. 

Marattin ha preso spunto da un articolo di Giorgio Pogliotti, pubblicato sul Sole 24 Ore, che affermava semplicemente che “il reddito di cittadinanza ha avuto un effetto da traino per l’exploit del M5S e che si è affermato come primo partito in tutte le regioni del Sud. C’è una perfetta corrispondenza, se si confrontano i voti ottenuti a livello regionale con il numero dei percettori dell’integrazione al reddito che al Sud supera gli 1,7 milioni di persone”.

Una correlazione, dunque, c’è, ma non la si può definire – come ha fatto Libero – un voto di scambio. L’agenzia di sondaggi YouTrend ha proposto una sua analisi. Dai loro dati emerge come il reddito di cittadinanza sia stata una componente del voto al M5S. Questa certezza, però, fa emergere anche altro: questo risultato non trova conferma se paragonato con la differenza tra i voti presi dal M5S domenica e quelli presi nel 2018. Nel 2018 il M5S raggruppò tantissimo consenso al Sud, senza avere già il reddito di cittadinanza. Dunque, il reddito spiega il consenso dei grillini, ma non del tutto. Ci sono altre motivazioni che, evidentemente, hanno spinto queste regioni a votare il partito dell’ex premier Conte. 

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