Cronaca Italia

Lucarelli: “Sono stati Rosa e Olindo, revisione contro la logica”

Sulla richiesta di revisione del processo che condannò Rosa Bazzi e Olindo Romano per la Strage di Erba è intervenuta in queste ore anche la giornalista Selvaggia Lucarelli. Lucarelli, in un pezzo sul Fatto Quotidiano, ha smontato punto per punto la richiesta di riapertura del caso a cura del sostituto procuratore di Milano Tarfusser. Lucarelli punta il dito e si dice certa della colpevolezza dei due coniugi. 

Per la giornalista, infatti, oltre alle prove che si contestano (la macchia di sangue sull’auto di Romano e il riconoscimento di Romano da parte di Frigerio, unico superstite della strage), ci sono le confessioni dei due condannati che sono inequivocabili. “Le confessioni, soprattutto quella di Rosa Bazzi, sono autentici flussi di coscienza senza interruzioni anche per sei minuti di seguito e senza pressioni. Bazzi snocciola il movente, la premeditazione, le modalità della strage, le reazioni delle vittime e, soprattutto, il suo stato d’animo, parlando di sollievo, della sensazione di rivalsa sull’odiata Raffaella. E non lo fa certo da poveretta semianalfabeta schiacciata dagli eventi, ma da persona capace di analizzare l’accaduto nella sua feroce verità. Più che una confessione, la sua appare una rivendicazione”.

Per la giornalista, dunque, il movente che portò Olindo Romano e Rosa Bazzi a uccidere – confermato da 26 giudici in 3 lunghi gradi di processo – fu quello di un rancore nei confronti delle vittime. “I due coniugi avevano il movente del rancore ossessivo. Odiavano Azouz, avevano preso a pugni Raffaella, l’avevano minacciata di morte, la pedinavano in macchina. Avevano un incontro dal giudice di pace con lei pochi giorni dopo la strage. E alla fine sono stati anche condannati, solo che Raffaella l’avevano ormai ammazzata. La mite Rosa diceva a Raffaella: puttana, ti sei scopata tutta Erba, ti faccio uscire di qui in bara, la prossima volta ti ammazzo”.

Un movente forte, secondo Lucarelli, che non potrà essere riscritto da un nuovo processo. “Tarfusser ha ricostruito la vicenda come certi brutti programmi tv: dimenticando le prove nel loro complesso e isolando dei dati che, anche a volerli ritenere fragili, da soli non possono scardinare il granitico quadro d’insieme”. 

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