Lorenzo Fontana verso la Presidenza della Camera. “Ultra cattolico, vicino a Putin” la denuncia dell’opposizione
Dopo l’elezione di Ignazio La Russa, questa mattina – a partire dalle ore 10.30 – altro duello parlamentare. Questa volta è la Camera dei deputati a dover eleggere il suo presidente. I primi voti, ovviamente, sono andati nulli. Ieri, nell’agitazione del voto al Senato i giochi sono cambiati: il nome predestinato alla presidenza della Camera, ovvero il leghista Molinari, è stato cambiato in corsa.
Nelle prime ore del pomeriggio il nome di Molinari ha perso quotazioni. La Lega, così, ha proposto il nome di Lorenzo Fontana, altro fedelissimo della galassia salviniana. Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno annunciato di votare Fontana; quindi, – salvo colpi di scena – sarà proprio lui il successore di Roberto Fico.
Fontana ha 42 anni, ha un rapporto molto stretto con Matteo Salvini (è stato suo testimone di nozze). La conoscenza fra i due è datata: fine degli anni Novanta negli studi di Radio Padana. Attualmente è vice-segretario della Lega. La sua carriera è stata tutta interna al partito e, poi, alle istituzioni: a 22 anni capo dei Giovani Padani, a 27 consigliere comunale, a 29 europarlamentare, a 38 vice-presidente della Camera e Ministro della Famiglia nel Governo Conte uno.
Se alla maggioranza piace il nome di Fontana, l’opposizione è stata più dura rispetto al nome di Ignazio La Russa. Per molti, infatti, Fontana è un nazionalista estremista. Molto vicino a Putin, si fece infatti fotografare con una maglietta anti-sanzione che vedeva la Lega come partito cerniera tra Trump e il Cremlino; sostenitore di Orbàn e Le Pen. Cattolico tradizionalista, è stato il padrino del famoso congresso sulla famiglia di Verona. Contro le unioni gay, contro il diritto all’aborto, avversario dell’eutanasia; Fontana potrebbe diventare oggi il Presidente della Camera.
Carlo Calenda, leader di Azione, ha postato un video di Fontana. “Nel 2016 il saluto di Lorenzo Fontana per il congresso di Alba Dorata, partito neonazista greco dichiarato nel 2020 dalla corte d’appello di Atene come un’organizzazione a delinquere”.