“Le nuove strade del Gargano dovrebbero ispirarsi a quelle del cammino di Santiago”

“IL GARGANO (schiantato) TRA LA CICLABILE ADRIATICA E LA GARGANICA:
Svanisce la Ciclabile Adriatica, e rimasto anche fuori dal CAMMINO ITALIA DEL CAI, cosa resta al Gargano, e ad un Parco privo del Piano del Parco e del suo Piano di sviluppo socio economico mai realmente messi a terra?
Il dibattito pubblico sulla nuova strada ANAS è stato bello ma a senso unico, con una progettazione ideologica, esclusivamente basata sul solo parametro della velocità degli spostamenti, e non dando valore e contenuti al viaggio.
Il viaggio riguarda sia la sicurezza di chi si mette in strada (residenti e ospiti) sia la possibilità di accedere alle bellezze e ai servizi offerti dal nostro territorio (servizi socio sanitari, sevizi culturali, accesso ai sentieri, alle bellezze marino costiero + l’ospitalità) Quando conosceremo la proposta di ANAS ci saranno gli approfondimenti tecnici e le opportune osservazioni di impatto ambientale in sede di VIA. Ora, ad ogni modo, ci soffermiamo al dato emerso in questo dibattito pubblico. In molti abbiamo espresso considerazione sugli impatti e i costi elevati: Nella proposta ANAS, ben 50 MLN di euro servono per realizzare 1KM di nuova strada, senza neppure progettare strade capaci di offrire sicurezza alle altre forme di mobilità diverse dalle auto che sfrecciano ad alta velocità – per esempio alla ciclovia Adriatica, utile per un parco nazionale che avrebbe dovuto promuovere la sostenibilità. Viceversa, il costo per l’adeguamento e ammodernamento delle sedi stradali esistenti, il costo varierebbe da 1 a max 5 mln di euro per chilometro (compresa la ciclovia vogliamo arrivare a 6 mln di euro?). Adesso, spieghiamolo a chi amministra il Gargano e spieghiamo anche che i servizi necessari ad un territorio (118, reti telematiche e uffici telematici, trasporti pubblici e linee extraurbane efficienti per i pendolari e i viaggiatori e camminatori – anche par i cicloviaggiatori, se attrezzati per caricare a bordo le biciclette – appunto intermodalitá per il trasporto merci, mezzi e persone via mare). Questi servizi necessari a rendere un parco nazionale più sostenibile, non si ottengono con una strada veloce, ma realizzando quei servizi.
Quindi il dibattito si é alimentato di una visione miope del futuro della mobilità. Abbagliati da una progettazione ANAS che ripropone interventi ad altissimo costo e minacce alla zona 1 del parco. Incapace di spendere quei 20 mln di progettazione per offrire a questo territorio un modello di strada antica e non un modello di mobilità complessiva, adeguando e modernizzando le sedi stradali esistenti. Introducendo, perché inesistenti, la comunicazione e i controlli necessari per assicurare sulle strade la mobilità dei cicloviaggiatori (e dei camminanti). Proporrei all’ANAS uno stage in Francia, in Spagna e Portogallo, per vedere come sono organizzate le strade nazionali sulla via del Cammino di Santjago. (Nella foto, un tratto del cammino portoghese).”
dal profilo facebook di Gianfranco Eugenio Pazienza