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Le mura di Manfredonia

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Le mura di Manfredonia

Analisi del paramento murario del fabbricato lato sud della chiesa di San Domenico

A cura del Prof. Pasquale Ognissanti – Archivio Storico Sipontino, in collaborazione con l’Arch. Sandro Mazzanti.

Andando in giro per Manfredonia, sono ancora facilmente individuabili le antiche mura, soprattutto sulla omonima via e sul Lungomare Nazario Sauro. Probabilmente quelle prospicente il porto, sono quelle più vetuste; e da una attenta analisi e da una serie di ricerche e consultazioni dell’archivio Storico Sipontino e dello Sthamer, il quale ha trattato proprio dei castelli Meridionali, in particolare il Castello e le mura di Manfredonia (1277-1284), è stato possibile accertare che la collocazione del paramento murario del fabbricato lato sud della chiesa di San Domenico risulta fuori linea e più avanzato verso il mare rispetto all’andamento della cinta muraria. Ed è proprio questa la curiosità… perché non in linea e non in asse?
Detto paramento, a differenza delle mura stesse, realizzate in pietra a opus incertum con posa in opera di pietrame e tufo, è invece costituito da:

  • una parte inferiore a barbacane con alla sommità i relativi conci marcapiano scalpellinati a becco di civetta;
  • e la parte superiore ben costruita con elevazione in verticale di conci in tufo e pietra calcarea sapientemente lavorata e squadrata.

Alle estremità risultano ancora ben presenti i due pilastri che fungevano da supporto all’ogiva[1], (ancora presente nella parte più interna della chiesa, (vedi foto n. 1-2).

I pilastri, anche se apparentemente simili fra di loro, sono stati realizzati o rimaneggiati in tempi e con materiali diversi; il primo, a sinistra verso porta Boccolicchio, risulta di miglior fattura con materiali in pietra calcare liscia e ben lavorata, mentre quello a destra, verso il Castello, risulta rimaneggiato o ricostruito con materiali di diversa fattura con conci in bugnato o di risulta, (vedi foto n. 7-8).


Questo a testimoniare come dalla fenomenologia dei raccordi, il paramento murario non possa essere associato alla cinta muraria della città, quest’ultima realizzata quasi esclusivamente con una diversa muratura e con materiali di recupero.


Da una sovrapposizione della pianta della Chiesa di San Domenico con le ortofoto aeree della città di Manfredonia, tale ipotesi sembra ancor più accreditata, in quanto il proseguimento delle mura coincide con la muratura interna dell’abside a scarsella di base quadrata (vedi foto n. 5-6).


Ad oggi la struttura absidale della chiesa risulta rimaneggiata con l’apertura di un’ulteriore finestra e anche l’area accanto alla chiesa, nell’attuale Piazzetta, sembrerebbe modificata, così da creare una nuova cortina muraria per permettere il miglioramento delle aree sottostanti, con la creazione di un terrapieno, con materiali e tipologie costruttive uguali a quelle utilizzate nella porzione destra e in quella in elevazione dell’area absidale della chiesa di San Domenico.


Questo ci permette di ipotizzare che i lavori di trasformazione dell’abside siano stati realizzati in concomitanza al nuovo paramento murario antistante il porto, poiché il materiale di risulta delle modifiche all’abside sembra possa essere stato riutilizzato come rivestimento esterno del terrapieno, e costituito principalmente dai conci di pietra ricavati dalla porzione demolita dell’abside di San Domenico e della Cappella della Maddalena, e probabilmente già esistente ancora prima della cosiddetta fondazione da parte del principe svevo-piemontese, in quanto Sinagoga della Siponto alto medioevale.

Riportiamo una minuziosa ricostruzione fotografica che evidenzia i due momenti costruttivi.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

Foto n. 1 Vista lato sud della chiesa di San Domenico

Foto n. 2 Vista dell’attuale copertura e dell’originario arco ad ogiva.

Foto n. 3 Caratteristiche costruttive della cinta Muraria

Foto n. 4 Fenomenologia dei raccordi fra le mura ed il paramento murario del fabbricato lato sud della chiesa di San Domenico

Foto n. 5-6 Sovrapposizione della pianta della Chiesa di San Domenico con le ortofoto aeree della città di Manfredonia, dove si evince come il proseguimento delle mura cittadine, coincida con la muratura interna dell’abside.

Foto n. 7 Muratura a conci di tufo lisci e squadrati, lato sinistro del paramento murario della chiesa di San Domenico

Foto n. 8 Muratura a conci di tufo in bugnato, lato destro del paramento murario della chiesa di San Domenico

Foto n. 9 Particolare Marcapiano lato sinistro

Foto n. 10 Particolare Marcapiano lato destro

Foto n. 11 Pietra calcarea di recupero posta alla base del pilastro lato destro del paramento murario della chiesa di San Domenico

FOTO STORICHE di MANFREDONIA lato Mare.


[1] L’arco a sesto acuto che sostituisce l’arco a tutto sesto del periodo romanico, dal latino augere, che vuol dire “aumentare”, perché indica l’azione di rinforzo di tale arco, e che dona maggiore slancio verticale all’edificio, e crea la struttura portante della copertura a volta.

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