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Laureata in matematica e lavora come bidella. La storia di Annamaria e l’amaro fallimento del sistema

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Annamaria è laureata in matematica ma fa la bidella a Comacchio. Il suo racconto è un grido di rabbia contro una società che toglie valore a chi ha studiato con dedizione e sacrificio.

Annamaria Custode, originaria della Puglia, ha sempre sognato una carriera nell’ambito della matematica. Con una laurea in questa disciplina, pensava di poter aprire le porte a un futuro di successo. Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa da ogni aspettativa. Dopo essersi trasferita in Emilia Romagna, Annamaria ha dovuto fare i conti con un mercato del lavoro, che nonostante le sue qualifiche, non le ha offerto le opportunità adeguate. Così ha dovuto adattarsi e ha trovato impiego come collaboratrice scolastica in una scuola di Comacchio. Non avendo altre scelte, ha accettato la situazione con pragmatismo e ha trovato un lavoro che, pur non rispecchiando le sue competenze, le permette di vivere dignitosamente. Dopo 3 anni di esilio è tornata nella sua Puglia, ma è riuscita ad ottenere solo un lavoro part time nella segreteria di una scuola.

La storia di Annamaria non è un caso isolato, ma il riflesso di un sistema che non sa premiare l’impegno di chi investe anni della propria vita nello studio. In un Paese come l’Italia, dove la meritocrazia è spesso solo una parola vuota, giovani come Annamaria sono costretti ad accettare lavori che non rispecchiano il loro potenziale. La frustrazione di dover accontentarsi di un impiego che non ha nulla a che fare con le proprie aspirazioni, è il volto di una generazione sempre più esclusa da un sistema che non offre le opportunità che dovrebbe. Il racconto di Annamaria è un grido di rabbia contro una società che toglie valore a chi ha studiato con dedizione e sacrificio per un futuro che sembra non arrivare mai.

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