Storia

La cantina dei miei nonni: ‘Ciutlicchie‘

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Manfredonia – I miei cari nonni, noti come ‘Ciutlicchie‘, erano proprietari di una cantina in fondo alla parte bassa di via San Francesco, con annesso localino. Nella stanza d’entrata c’erano sedie e tavoli, al suo interno due piccole stanze con mobili per uso abitazione.

La nonna, la sera che apriva la locanda, friggeva esclusivamente pesci di giornata: il cosiddetto fritte da sciabuche; sì perché mio nonno, oltre a fare il cantiniere, era innanzitutto “U chepe sciabucaiule“, colui che ad ogni primo arrivo dell’alba andava a pescare con i suoi marinai; la sera si intratteneva nel localino con gli amici a mangiare fritto di pesce e fette di pagnotta calda accompagnando il tutto con vino bianco e rosso in ciotole di terracotta.

Spesso fino a tarda sera giocavano a carte o raccontavano i famosi frucable, storie di paese, chiacchiericci di fatti accaduti. La vita di quegli anni era pressappoco così dentro a quel cielo di sogni.

Quanto pesce mia nonna cucinava in quelle piccole stanze con le sue figlie che servivano a tavola, riempiendo ciotole di vino in continuazione. Non mancavano forestieri, nè tantomeno stranieri.

La cantina du Ciutlicchie di Raffaele D’amato e di Maria Luigia Trimigno rappresentò per Manfredonia un vero ritrovo e passatempo in tempi difficili.

Sogni conservati in un cielo custode della nostra terra.

di Claudio Castriotta

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