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Ipotesi ‘Frontemare’ a Manfredonia, ecco come è il parco del mare di Rimini

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Ipotesi ‘Frontemare’ a Manfredonia, ecco come è il parco del mare di Rimini

Il Parco del Mare, un progetto fondato sulla sostenibilità.

LA FORESTA DEL MARE.

Il Parco del Mare a Rimini rappresenta un cambiamento significativo per il waterfront della città. Si tratta di un intervento di riqualificazione urbana che punta a trasformare il lungomare della città in uno spazio non solo turistico, ma anche culturale e sportivo, coniugando innovazione e sostenibilità, mantenendo al contempo un forte legame con l’identità storica e culturale del luogo.

Un progetto che diviene un modello per altre città costiere, dimostrando come sia possibile migliorare la qualità della vita attraverso un design sostenibile e inclusivo. Lo studio ABAD si è occupato del progetto de La foresta del mare, un’area ludico-sportiva inserita nel Parco del Mare. Ne abbiamo parlato con Alessandro Bianchi, fondatore dello studio milanese.

Da cosa nasce l’ispirazione per il progetto “La foresta del mare”?

«Ci siamo ispirati a diversi elementi legati alla cultura e al paesaggio locale. L’immaginario felliniano, la storia classica e l’eredità malatestiana sono stati punti di partenza importanti. Anche la biodiversità locale ha avuto un ruolo chiave, con la pineta e la fauna del luogo che hanno ispirato il design del parco. Abbiamo cercato di creare uno spazio che fosse ludico e ricreativo, ma anche educativo, omaggiando figure come Gianni Rodari, celebrato a Rimini nel 2020 per il centenario della sua nascita. L’idea era di fondere paesaggio, arte e gioco, creando un luogo accessibile a tutti».

Quali sono stati gli obiettivi più importanti che avete raggiunto con questo intervento?

«Il progetto ha raggiunto diversi obiettivi. Prima di tutto, la sicurezza idraulica: l’adozione di materiali drenanti per i percorsi e le giuste pendenze delle pavimentazioni ci hanno permesso di prevenire allagamenti. Abbiamo anche creato un’area pedonale continua che collega meglio la città al mare, offrendo uno spazio aperto e fruibile a cittadini e turisti. Altro obiettivo fondamentale è stato migliorare il comfort climatico, con l’inserimento dei giochi fra gli alberi esistenti che creano ombra naturale, mitigando le alte temperature estive. Infine, abbiamo arricchito l’offerta culturale e sportiva del lungomare, con spazi dedicati a eventi e attività fisiche che rendono l’area viva in ogni stagione».

Che tipo di materiali e tecnologie avete utilizzato per garantire sostenibilità e comfort?

«Abbiamo scelto materiali che garantissero sia la sicurezza che il comfort degli utenti, ma che si integrassero anche esteticamente con l’ambiente. Ad esempio, la pavimentazione in gomma non solo rispetta le normative sull’abbattimento delle barriere architettoniche, ma è anche una materiale di riciclo, e rende il parco fruibile tutto l’anno. Le strutture ludiche sono state realizzate con acciaio galvanizzato e pannelli in HPL verniciato, mentre i colori richiamano le tonalità naturali del mare, della sabbia e della vegetazione. Anche l’installazione principale, la “sardina grande”, con la sua fontana e gli effetti d’acqua, è stata progettata per integrarsi armoniosamente nel paesaggio».

La sostenibilità sembra essere un aspetto centrale del progetto. Come avete affrontato questo tema?

«Sì, la sostenibilità è stata uno degli aspetti più importanti. Il verde, in particolare, ha un ruolo fondamentale nel nostro progetto.

Abbiamo creato una “Foresta del mare” che mira a rinaturalizzare l’arenile, integrando alberi e aree verdi che migliorano la qualità dell’aria e abbassano la temperatura, attraverso lo stoccaggio di anidride carbonica e il rilascio di ossigeno e vapor acqueo. Il sistema dunoso previsto dal master plan generale aiuta a ridefinire il paesaggio, offrendo uno spazio ricco di biodiversità. Inoltre, abbiamo lavorato per ridurre l’impatto ambientale dei materiali utilizzati, cercando un equilibrio tra sostenibilità, accessibilità e inclusività, nel rispetto dei criteri minimi ambientali (CAM). Per esempio, occorre lavorare sempre più con cementi e/o terre solide che consentano un drenaggio efficace delle acque meteoriche nel terreno, che alimentano la vita dei suoli, fondamentali per la crescita sana della vegetazione di superficie e l’abbattimento delle temperature estive».

In che modo questo progetto può essere considerato un modello di buona progettazione per altre città?

«Credo che il nostro progetto dimostri come l’architettura del paesaggio possa trasformare uno spazio urbano in un luogo più vivibile, sostenibile e culturalmente ricco. Abbiamo puntato su materiali durevoli, soluzioni ecologiche e un design che rispetta l’ambiente naturale, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Inoltre, il progetto promuove il comfort climatico e l’inclusività, rendendo lo spazio accessibile a tutti, non solo dal punto di vista fisico, ma anche sociale. In futuro, con ulteriori progressi nella ricerca sui materiali ecologici, spero che progetti come questo possano diventare la norma per le riqualificazioni urbane. Per esempio, le aziende dovrebbero concentrarsi sullo sviluppo di pavimentazioni antitrauma che siano al contempo ecologiche e accessibili, drenanti e naturali nei materiali».

Come si inseriscono le attrezzature ludiche e sportive nel progetto?

«Le attrezzature ludiche e sportive sono state progettate per essere inclusive e stimolanti. Crediamo che i bambini e i ragazzi che accedono a questi spazi non siano solo utenti, ma persone che cercano un’interazione con l’ambiente come ecosistema umano, naturale e artificiale insieme. Vogliamo che possano sviluppare le loro abilità, siano esse piene o limitate, e per questo abbiamo creato spazi attrezzati che accolgano le diversità come una ricchezza. Il nostro obiettivo è creare aree che siano accessibili e inclusive per tutti, favorendo l’interazione e lo sviluppo sensoriale».

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