Regionali, Salvini: «In Puglia e Campania scelte sbagliate. Servono candidati da imprese e professioni»

Segretario, come ha preso il risultato delle regionali? Abbattuto?
«No. Ho due nuovi numeri da giocare al Lotto. Sono il 46 e il 70: 46 erano i consiglieri regionali che la Lega aveva fino al 19 settembre. 70 sono quelli di oggi».
Matteo Salvini è noto per l’ottimismo. Anzi, i suoi sono convinti che senza quel tratto del suo carattere, l’ascesa impetuosa della Lega tra il 2014 e il 2019 non sarebbe stata possibile. Certo. Però, le delusioni di Toscana, Puglia e Campania sono difficili da negare.
«E chi le nega? In realtà, per rimanere al dato più recente, le Amministrative sono state molto buone. Strappiamo diversi comuni al centrosinistra — sottolineo Macerata al primo turno con candidato nostro — e siamo al ballottaggio a Reggio Calabria, Matera, Arezzo…».
In Lombardia? Forse anche nella culla della Lega c’è qualche problema.
«Abbiamo guadagnato una decina di Comuni e siamo al ballottaggio a Lecco. Vorrei aggiungere che anche nella Bergamasca, con l’eccezione di Clusone, siamo andati molto bene: lo dico perché esiste una certa lettura secondo cui quelle zone sarebbero deluse dal centrodestra».
Il problema è a Sud. La sua svolta stenta ad affermarsi?«Al Sud, in Puglia e in Campania, è stata l’offerta del centrodestra in generale a non essere all’altezza. Noi, certo, dovremo ragionarci. Oggi riunisco i coordinatori regionali e, dati alla mano, faremo un esame di dove e come abbiamo sbagliato. Però, in Puglia e Campania partivamo da zero. Ora, abbiamo sei consiglieri regionali. Cresciamo. Tranquillamente, senza affanni, senza smanie».
In Toscana le si mette a carico la scelta di Susanna Ceccardi. E anche la sottovalutazione di Eugenio Giani.«Susanna ha fatto una grandissima campagna elettorale e, mi creda, io non sottovaluto nessuno, anzi: non siamo noi che abbiamo dimenticato che si parla di una Regione in cui la sinistra governa dal dopoguerra. 5 anni fa il nostro candidato aveva preso il 20%, oggi abbiamo raddoppiato e siamo al 40».
È pentito della moderazione mostrata?
«Ma no. Dopo il virus, la gente vuole fatti e poche polemiche. Anche per questo io non ho risposto ad attacchi, aggressioni e inchieste