“Il Signore non ci ha abbandonato”

“L’ora che stiamo vivendo è dura e per molti aspetti incomprensibile e piena di incognite. È dunque l’ora della Croce”. “Mi sono chiesto quale poteva essere la logica per rispondere con responsabilità pastorale alla situazione che stiamo vivendo e che ci appare surreale”, scrive in una lettera aperta l’arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, Padre Franco Moscone. “Sono convinto che, in casi come questi, il criterio di scelta possa essere proprio la Croce. Là dove ne sentiamo maggiormente il peso ci viene indicato l’itinerario della Via Crucis da percorrere”.
La decisione di sospendere la celebrazione dell’Eucarestia con la presenza della gente, come di tutte le altre attività pastorali che richiedono la presenza dei fedeli, costituiscono per tutti i fedeli “peso e sofferenza spirituale”. “Facciamo quindi in modo che questo peso e sofferenza costituiscano un balsamo curativo”, esorta Monsignore, che fornisce quindi alcuni suggerimenti ed indicazioni che “possano far sentire la presenza viva della comunità credente”, anche se non fisicamente riunita nello stesso ambiente.
Padre Franco, quindi, evidenzia che alla disposizione di non celebrare le Sante Messe festive e feriali con la partecipazione del popolo non corrisponde l’assenza delle celebrazioni da parte dei sacerdoti e la partecipazione dei religiosi nelle chiese, santuari, rettorie o cappelle da loro guidate. I sacerdoti e le religiose sono chiamati ad “aumentare” i tempi di preghiera e di adorazione davanti all’eucarestia che il popolo in questo momento non può ricevere in forma sacramentale, mentre per loro resta accessibile.
“Sacerdoti e consacrati sentiamoci in questo momento non dei ‘privilegiati’ rispetto ai sacramenti, ma dei ‘profeti’ degli stessi”. Quindi Padre Franco esorta a far diventare la celebrazione e la partecipazione ai sacramenti un segno efficace della realtà del “corpo mistico che costituisce la chiesa universale e locale”.
L’arcivescovo invita poi i parroci a far conoscere ai fedeli gli orari in cui si celebra l’eucaristia o quelli in cui si vivono altre funzioni sacre (adorazione eucaristica, rosario, Via Crucis, liturgia della Parola, suppliche, ecc.).
E in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, anche il suono delle campane può servire ad unire il proprio popolo attorno al Signore in modo comunitario seppure ‘a distanza’.
Padre Franco sottolinea come questa sia una “Quaresima particolare, unica e non cercata”, che non si può vivere secondo la tradizione con i tanti riti e manifestazioni di pietà popolare in forma pubblica, ma va sentita e sperimentata nei sentimenti.
“Non abbiamo paura, il Signore non ci ha abbandonato, è al nostro fianco anche in tempo di coronavirus. Sicuro che il Signore ci ama, intercedo perché ci benedica”.
Maria Teresa Valente