Il Pd non ricandida Piero Grasso. Maria Falcone: “Provo una grande disillusione. Nessun partito parla di mafia”

Se il MoVimento 5 Stelle ha candidato due magistrati antimafia importanti come Roberto Scarpinato e Cafiero De Raho, ha fatto molto discutere la scelta del Partito Democratico di non ricandidare Piero Grasso, già magistrato, procuratore nazionale antimafia e presidente del Senato. Grasso fu scelto da Bersani nel 2013: diventò presidente del Senato per cinque anni e fu rieletto con Leu nel 2018. Ora, nel partito guidato da Enrico Letta, non c’è più posto per il magistrato amico e collega di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nonostante sia strana la scelta di non ricandidare un magistrato apprezzato da molti come Grasso, diventato in due legislature anche una bussola (a sinistra) sui temi della giustizia e della mafia, il diretto interessato non ha mosso polemiche contro il segretario dem. “Io continuerò, come ho fatto sempre, a fare la mia parte per la giustizia, per la legalità, per la ricerca della verità. Ho fatto questo per tutta la mia vita, con la toga addosso, e poi da senatore. Andrò avanti su questa strada”, ha dichiarato a Repubblica.
A manifestare contrarietà per questa esclusione, invece, ci ha pensato Maria Falcone, sorella del magistrato antimafia ucciso esattamente trent’anni fa il 23 maggio 1992 a Capaci. “Provo una grande disillusione perché Grasso ha dimostrato da magistrato prima e da politico poi di essere sempre coerente e di aver fatto, sin dagli anni del maxi processo, della lotta alla mafia la sua fede. Quello che addolora è che prevalga sempre la nomenclatura del partito piuttosto che le personalità che hanno una storia importante e che hanno un rilevante contributo di esperienza”.
La lotta alla mafia, per Maria Falcone, non è una priorità per nessuna forza politica del Paese. “Nessun partito parla concretamente di lotta alla criminalità organizzata, al di là di generici slogan. Nei vari programmi manca proprio il progetto concreto di cosa fare e come muoversi contro le mafie, ed è assente la voglia stessa di contrastarle giusto nel momento in cui, con l’arrivo dei nuovi capitali del Pnrr, sarebbe importante farlo”.