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Il manfredoniano Vito Saracino vince il premio Giorgio Baratta ad Ales in Sardegna per il suo saggio “Sulle tracce di Gramsci in Puglia”

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Il ricercatore di Manfredonia Vito Saracino, si è aggiudicato il premio Giorgio Baratta dedicato alla saggistica, nell’ambito del Premio Letterario Antonio Gramsci XVIII edizione!

Il saggio premiato è “Sulle tracce di Gramsci in Puglia (1928-1933). Riscoprendo l’antifascismo pugliese“.

Si è svolta lo scorso sabato 29 aprile, nello spazio espositivo della Casa natale di Antonio Gramsci, la cerimonia di premiazione della XVIII edizione del Premio Letterario Antonio Gramsci.
Alla manifestazione, oltre ai vincitori e ad un folto pubblico, hanno partecipato i/le componenti della giuria: il presidente prof. Salvatore Zucca, la prof.ssa Ester Cois, il prof. Sandro Dessì, la prof.ssa Laura Stochino, lo scrittore Mauro Tetti e la scrittrice Ilenia Zedda; la prof.ssa Lea Durante era invece in collegamento telematico da Bari.

Al manfredoniano Vito Saracino è andato il “Premio Giorgio Baratta” per il saggio Sulle tracce di Gramsci in Puglia (1928 – 1933) riscoprendo l’antifascismo pugliese 

Nel saggio “Sulle tracce di Gramsci in Puglia (1928-1933) riscoprendo l’antifascismo pugliese” l’autore, con rigore storico e con uno stile argomentativo sintetico ma efficace, ricostruisce uno spaccato del variegato mondo del primo antifascismo meridionale e delle comuni radici con le organizzazioni nazionali, comuniste e non. A di sopra delle varie vicende personali aleggia la presenza-assenza del carcerato più noto, ossia Antonio Gramsci, da cui la ricerca parte per poi dipanarsi oltre. Leggi di più sul premio.

L’autore nelle scorse settimane è stato anche protagonista in Albania del progettoPer una rete delle istituzioni fra Puglia e Albania con la prima della versione restaurata di “Gjeneral Gramafoni” di Viktor Gjika.

Una sala stracolma ha potuto finalmente assistere al frutto del lungo lavoro di Dabimus srl e Arkivi Qendror Shteteror i Filmit, con un risulto al di sopra di ogni attesa. Adesso si apre una nuova fase che mette al centro il cinema, la sua storia fatta di condivisione, emozione, magia. Vedere Gjeneral Gramafoni con chi il film l’ha vissuto davvero è stata un’emozione unica. Il cinema è storia e la nostra missione, così come lo è preservare questo tipo di fonti uniche.

Abbiamo chiesto a Vito Saracino delle impressioni a caldo sui due importanti eventi ai quali ha partecipato: “Queste due eventi sono stati differentemente ma parallelamente emozionanti, in poche ore si è passati dall’Adriatico al Tirreno.” presegue: “Per la prima volta da studioso dei media sono passato dalla teoria alla prassi, contribuendo con la Fondazione Gramsci di Puglia alla rinascita di un film come Gjeneral Gramafoni. In Albania abbiamo ri-varato una nave di pellicola che torna a raccontarsi al suo popolo.

Con orgoglio ci spiega: “Si riscopre un tessera di un mosaico che grazie alla forza delle idee e del lavoro reciproco fra i partner italiani e albanesi si è riusciti a riportare a casa, cioè sugli schermi con tanto di Red carpet e sala gremita da gente che quel film lo ha conosciuto fin dal suo primo ciak negli anni 70. Riappropriare della propria storia un popolo è restituire consapevolezza, orgoglio e soprattutto lavoro, smentendo quella voce secondo cui chi fa ricerca non vive la realtà concreta.”

Sul Premio per il saggio “Sulle tracce di Gramsci in Puglia (1928-1933) riscoprendo l’antifascismo pugliese” ci racconta: “La vittoria personale del premio Antonio Gramsci per la saggistica invece è un’avventura personale conclusasi con un risultato inaspettato anche perché mai avrei pensato di veder associato il mio nome ad una figura intellettuale di cotanto rilievo. Per umiltà non ho mai voluto scrivere di Gramsci e infatti il saggio vincitore del premio nasce da alcune esortazioni a seguire le tracce del fondatore del PCI in Puglia. Da questa storia mi sono intrufolato in tante piccole esperienze di personalità che sono riusciti anche solo per un attimo a connettersi a questa figura storica e a proseguire, seppur in forme diverse, inconsapevolmente nella stessa battaglia per la libertà che abbiamo ricordato nei giorni scorsi.”

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Redazione

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