Storia

Il Carnevale del 1961: quando la sfilata era pomeridiana

Manfredonia – PROPRIO al centro di Largo Nicastro – accanto al palazzo di Ninnella Ceri – si sentiva molto il Carnevale, ma come in tutta la città. Inizio anni Sessanta. L’entusiasmo saliva a colpi di tamburo! Ci si organizzava a lavorare la cartapesta sempre all’ultimo momento, notevole era il sacrificio della sfilata che apriva la festa pomeridiana.

A quell’epoca era così che sfilavano i carri allegorici, accompagnati dalla banda musicale città di Manfredonia e le perle del Golfo che davano il via alla manifestazione: profumavano ogni via di confetti, nel mio paese che teneva tanto a far bella figura davanti ai tanti visitatori. Del resto, era la festa tematica più importante della Puglia, con quella di Putignano. In massa accorrevano da ogni luogo, anche il più sperduto ed isolato!

Quella domenica – ricorda il signor Antonio Paglialonga – ‘il talentuoso Oronzo, carrista autodidatta conosciuto nell’ambiente come un virtuoso, sfilava con il carro preparato da lui e la sua squadra: Gli uomini primitivi‘. ‘Il miglior primitivo – perché impacciato e timido – era Giovanni, che con la clava in mano sfilava per le via del corso, emozionato e contento, faceva l’inchino, mentre la gente pressata uno contro l’altra fino a schiacciarsi contro i palazzi. Quel carro maestoso per farlo sfilare occorreva alzare i fili elettrici fino alla cima dei tetti’.

Avete presente l’abito del primitivo? Il pellicciotto? In quegli anni le mutande erano larghe e senza molla all’inguine; dato l’altezza del carro, Giovanni non s’era accorto che le sue noci pendevano e sventolavano agli occhi delle persone, che ridevano da matti, Giovanni pensava che gustassero il loro creativo lavoro … anche, ma la stanchezza era tanta e non si avvedeva in mezzo a quella folla che lo stordiva per il rumore. Non aveva capito un bel niente!E lui con una smorfia di sorriso ossequiava con ringraziamento !

A quel punto intervenne il fratello Sergio che aveva assistito a tutta la scena..gli corse contro e gridando gli disse: Giovanni alzati un po’ le mutande che si vedono ! E lui: Che hai detto? Non ho capito?. E Giovanni sfilò tutto Corso Manfredi davanti agli occhi di tutti con le sue noci di bosco! Per tutta la durata,fino alla fine.

Quando completarono il percorso Sergio gli si avvicinò e gli disse: Giovanni io ti ho chiamato perché la gente vedeva le tue noci,e tu non mi capivi! Ma non è vero ? Ma davvero ! E lui: E seppure è successo, che m’importa di loroTanto tra un’ora vado a ballare, senza interruzione fino alle cinque di domattina ..e farò colazione con la farrata e caffè..altro che tutte queste chiacchiere ,questa si che è aria di vivere..statt bun fret io vado a spassarmela alla socia, ciao uagliò. Mentre la sera profumava di liquori e confetti e dalle case dava un forte odore di farrate.

di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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