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Guarda e Sostieni il nuovo video di Mangano “Feucu” con i tamburellisti di Torrepaduli

Il nuovo Video di Michele Mangano in concorso su MusiconTv per sostenerlo basta visualizzare il video su questo link

“Un progetto importante per me” Dichiara l’artista Garganico “fatto in collaborazione con un mio caro amico Matteo Ciociola e poi con il mio corpo di danza “I danzanova” e la straordinaria partecipazione dei Tamburellisti di Torrepaduli. Il video completamente indipendente, non ha ricevuto fondi pubblici, realizzato con il sostegno dell’Associazione La Bella Cumpagnie e della Produzione Studio Artist Màngano, con la sceneggiatura di Matteo Ciociola e regia di Michele Maria Màngano, il brano Fuecu scritto è stato scritto da Da Giorgi e Nuzzo.”

Trama

In una terra dipinta dai colori intensi del cielo e del mare, un antica villa viene scoperta da una giovane donna. Un luogo misterioso e abbandonato, che nasconde in se i segreti della danza, della passione e del ritmo del fuoco. Il custode di questo posto detiene i segreti del fuoco e narra la forza della fiamma alla donna. Il fuoco è terra, è vita, il fuoco è la danza della Taranta, della pizzica, un movimento che avvolge inesorabilmente chiunque ne viene catturato. Il fuoco della danza ha la forza di dare vita a un luogo abbandonato, animandolo di musica, energia e arte. Il fuoco della danza sa trasmettere il suo segreto nel tempo e nella storia, restando costantemente vivo anche nelle epoche contemporanee, catturando il corpo in un irrefrenabile moto, come la puntura della tarantola. Fuecu è una storia senza tempo, la storia della danza che da epoche antiche vive e si alimenta della passione e della voglia di vivere degli uomini, un sogno fatto di musica, un desiderio costante che si fa avanti fino ai giorni nostri passo dopo passo. Ma la danza è un energia che nasce esclusivamente dalla passione e solo chi ha il desiderio di cogliere i suoi frutti ha la forza di rendere vivo anche un luogo abbandonato e dimenticato.

Tecnica

Il cortometraggio musicale Fuecu nasce dall’idea di conciliare più arti tra loro: quella della danza, della musica e dell’arte. La location scelta non è casuale, un antica villa di inizi 900’dall’architettura imponente e dall’estetica orientale, un rimando a quella che in passato fu l’importante influenza araba che caratterizzo la cultura e l’arte delle regioni meridionali dell’Italia. Questo luogo fu abbandonato nel corso degl’anni ma conserva ancora oggi un fascino ed un energia magnetica senza pari. Se all’esterno esso mostra un anima antica e orientale, le sue stanze sono invece decorate con graffiti e opere murarie contemporanee, realizzate da chiunque avesse scoperto quel luogo, quasi un esigenza irrevocabile di voler lasciare una traccia di se.
In questi ambienti antichi e urbani si muove la storia, una ragazza che per la prima volta scopre questo luogo, forse spinta dalla curiosità dopo un appassionante lettura. Un uomo è lì ed è custode di questo posto, forse è lì da sempre, le svela il segreto di quel posto e il modo migliore di farlo è danzando con lei. La storia si intreccia tra le scene di ballo dei due protagonisti e scene di danza collettiva, a significare che la danza coinvolge chiunque. I tamburellisti accompagnano la danza frenetica con il ritmo tribale e ancestrale dei loro strumenti che fa ribollire il nostro animo e ci spinge a danzare. In una ripresa dedicata vi è una ragazza che balla da sola, circondata da un caleidoscopio di colori dati dai murales che rivestono le stanze della villa. Ella è vestita con abiti moderni differenti da quelli tipici della Pizzica e della Taranta. Questo a voler dimostrare che il ritmo della danza non è solo tecnica, non vive solo nelle danze popolari, nei concerti, negli show ma è qualcosa che come una freccia può colpire chiunque, in qualsiasi luogo si trovi in qualsiasi momento, una danza irrefrenabile e viva come il fuoco.

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Redazione

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