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Giornata dell’acqua: a Manfredonia per la prima volta zampillò nella fontana in villa, oggi spenta e abbandonata

Oggi, 22 marzo, si celebra la Giornata mondiale dell’acqua. Aprire i rubinetti nelle nostre case e vedere scorrere l’acqua sembra quanto di più normale possa esserci. In realtà, soltanto fino ad un secolo fa non era così.

A Manfredonia i lavori per la posa delle condotte idriche da parte dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese (oggi AqP) iniziarono verso la fine degli anni ’20.

Le carrabbotte in Largo dei Baroni Cessa (anni ’20)

Fino ad allora, nel nostro territorio da sempre avaro d’acqua, ci si approvvigionava di acqua potabile tramite cisterne riempite d’acqua del Serino, che arrivava in città sui treni e poi veniva caricata su carri (carrabbotte) trainati da cavalli e venduta a pochi centesimi per le strade della città. Oppure si utilizzava l’acqua piovana che scendeva dai tetti e veniva raccolta nelle ‘piscine’ (i pesciune), costruite accanto o sotto le proprie abitazioni (e quanti mal di pancia che causava quell’acqua stagnante che giaceva nelle piscine anche per mesi!). C’era poi il rinomato chiosco di Tenghìlle (Lorenzo Vitulano) in piazza del Municipio (attuale piazza del Popolo) che vendeva l’acqua del Serino a volte anche accompagnata con anice per ‘refrescké la vocche’ (rinfrescare la bocca), come racconta l’appassionato di storia locale Franco Rinaldi.

Il chiosco dell’acqua in piazza del Municipio (anni ’20)

Per lavare i panni, le ‘popolane’ si recavano in spiaggia, dove sgorgavano le sorgenti, oppure nei lavatoi pubblici aperti sempre negli anni ’20, come quello di Largo Diomede, di Largo Turbine (oggi piazza Salvo d’Acquisto) e Largo dei Baroni Cessa.

Ma la vera rivoluzione si ebbe nella primavera del 1929, quando per la prima volta arrivò l’acqua in città direttamente dalle condotte idriche. La prima volta in assoluto, a Manfredonia l’acqua sgorgò nella fontana della villa comunale (all’epoca parco della Rimembranza). Per l’occasione in città fu organizzata, dall’allora Commissario Prefettizio del Comune Francesco Paolo Pagano, una festa in pompa magna, con tanto di madrina. Quei primi zampilli fecero esultare di gioia ed entusiasmo i cittadini.

La fontana nella villa comunale il giorno dell’inaugurazione (23 aprile 1929)

Peccato che ormai da tantissimi anni di quell’evento eccezionale si sia persa memoria e la storica fontana, ancora pulsante dell’eco di risa e applausi festosi, sia spenta e abbandonata. Un pugno nell’occhio in un luogo molto frequentato ed uno schiaffo alla memoria storica della città. Un monumento da recuperare assolutamente.

di Maria Teresa Valente

La fontana nella villa comunale com’è oggi

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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