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Fumata nera alla Camera, dubbi su Molinari. Schede bianche per il centrodestra. Forza Italia frena La Russa

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Dopo i discorsi di apertura di Ettore Rosato, presidente provvisorio della Camera dei deputati e Liliana Segre, presidente provvisoria del Senato della Repubblica, si è svolta la prima votazione per l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento. 

La prima chiamata alla Camera ha confermato le prime indiscrezioni della giornata. Il quorum era di 267 parlamentari, mentre i votanti sono stati 391. I voti, sparsi in questa prima chiamata, sono andati dispersi. A Molinari, il candidato indicato dal centro-destra come presidente, sono andati 4 voti. A Enrico Letta, segretario dem, 3 voti. Altri: 6 voti. Bianche: 368 e nulle 10. 

In queste ultime ore l’accordo sulla Camera si era stabilizzato sul nome di Molinari, ma nelle ultime ore – prima dell’entrata al Senato – il centrodestra si è ulteriormente diviso. Forza Italia, soprattutto al Senato, ha chiesto di votare scheda bianca, come gli altri alleati di governo. Il presidente della Camera, dunque, potrebbe arrivare domani. La seconda convocazione è in programma alle ore 14.00. 

Al Senato, invece, continua la prima chiama per l’elezione del presidente. In attesa del risultato, c’è un primo fatto politico: Forza Italia non sta partecipando al voto. Tutti i senatori in aula sono presenti, ma non rispondono al voto. Solamente l’ex presidente Casellati ha votato (ad ora). Assenti Augello, Barachini, Berlusconi, Bernini e Craxi. L’accordo sul nome di La Russa, dunque, non c’è. Se non risponderanno anche alla seconda chiama, mancheranno di fatto i voti per l’elezione del componente del partito di Giorgia Meloni. I senatori berlusconiani sono 18 su 115 totali della maggioranza. Per l’elezione, La Russa ha bisogno di 104 parlamentari (maggioranza assoluta compresi i voti dei senatori a vita).

Proprio La Russa, in questi minuti, ha dichiarato: “Quello che è successo è che Micchichè e la Ronzulli gli danno addosso, a Berlusconi, e lui purtroppo si fa portare”. Il tema, dunque, è ancora il nodo Ronzulli. “Oramai sulla Ronzulli – continua La Russa – Meloni non cede. A costo di non fare il governo, non torna indietro”.

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