“Frontemare a Manfredonia? In realtà è una mega cementificazione”

“Frontemare a Manfredonia? In realtà è una mega cementificazione”
Frontemare una parola che negli ultimi giorni è tanto in voga nella maggioranza dell’amministrazione La Marca del comune di Manfredonia.
Frontemare è la parolina magica che si sono inventati per nascondere la mega-cementificazione che vogliono realizzare in un ampio tratto della riviera ovest di Manfredonia a partire dall’area della Stazione Campagna sino all’altezza della Conchiglia.
Una mega cementificazione che affosserà completamente le potenzialità di mobilità sostenibile e di turismo vero della nostra città per sempre.
La frase “vogliamo ricucire la città con il mare”, costruita a tavolino da qualche esperto di comunicazione, è puramente illusoria dato che Manfredonia si sviluppa per oltre 4/5 già sul mare.
Il tratto di costa dal molo di Ponente a Siponto è un lungomare già “sacrificato” dalle numerose abitazioni presenti, perciò questo è, invece, urbanisticamente da rivedere e riqualificare con interventi di natura estetica e funzionale che non sono certamente la cementificazione del “Frontemare”.
“Il rischio non è costruire, ma stare fermi” manifesta con evidenza il pressapochismo di alcuni e che regna sovrano unitamente al qualunquismo di una parte (sempre la stessa negli intendimenti dal 2008) di questa amministrazione.
La grave affermazione tra virgolette prima citata mostra l’incapacità di avere una visione su quali siano le reali necessità di Manfredonia.
Manfredonia è già piena di case, palazzi e palazzoni ed è in decremento demografico. Le domande nascono legittime. Come è possibile pensare di costruire ancora case in una città in cui i giovani vanno via perché non trovano lavoro e il numero degli abitanti diminuisce sempre più?
Ascoltare le necessità della popolazione vuol dire amministrare con intelligenza e saggezza per rilanciare Manfredonia e “ricollegarla” al resto del mondo in modo sicuro, celere e sostenibile come si sta facendo nelle Città più grandi della Capitanata e del resto della Puglia.
Vuol dire non incrementare l’utilizzo di trasporto su gomma, prevenire tassi di inquinamento sempre più alti, proteggere la salute dei cittadini e rigenerare la città verso una visione di sostenibilità diffusa, percepibile e utile per tutta la comunità.
A chi giova lo smantellamento della ferrovia da Manfredonia? Forse dovremmo cominciare a chiedercelo tutti.
Questo tratto del lungomare di Siponto ha bisogno di aree attrezzate per i camper, per la vita sociale e sportiva, per l’ossigenazione della città, per la cultura.
Il sindaco La Marca durante la sua campagna elettorale non ha mai parlato di questo progetto dettagliatamente. Se lo avesse fatto non sarebbe stato eletto, è certo. Lo confermano le migliaia di firme di adesione raccolte dal comitato “Una Ferrovia da salvare” nato per salvare, rilanciare e ammodernare la tratta ferroviaria esistente da Stazione Campagna a Foggia.
Manfredonia sarebbe di nuovo collegata a Foggia con numerose corse giornaliere su treni moderni, confortevoli, climatizzati, accessibili e adatti ai diversamente abili, attrezzati per il trasporto di passeggeri e bagagli “particolari” come le biciclette e altro.
Il ciclo turismo è una delle tipologie di turismo in forte crescita e il Gargano è in testa alla classifica delle mete preferite e Manfredonia è la sua naturale porta da Sud.
Con un cadenzamento di 60 o più corse giornaliere simile a quello di tra Foggia e Lucera, Manfredonia sarebbe collegata a Foggia e a tutte le infrastrutture puntuali (Nodo e piattaforma logistica intermodale, Stazione centrale e AV e in prospettiva, per effetto dell’attuazione della Delibera del Consiglio comunale di Foggia n. 81/2025 anche con l’aeroporto Gino Lisa, in poco più di 20 minuti con un impatto sull’inquinamento, sulla sicurezza e sullo sviluppo turistico in modo strategico per il futuro della città e del resto delle Comunità interessate.
Manfredonia ha bisogno di una visione strategica sui trasporti e sulla mobilità che questa amministrazione sta dimostrando di non avere.
Ancora una volta la politica locale, dopo aver perso già pregressi finanziamenti nei quindici anni passati, pensa ancora agli interessi di pochi, sacrificando lo sviluppo e il futuro della città e va in controtendenza con quanto si sta facendo nel resto della Capitanata a partire da Foggia, della Puglia, del Mezzogiorno e del Paese..
Il Comitato “La Ferrovia da Salvare”
